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Sulmona – “La presenza dell’ospedale dell’Annunziata come presidio principale di sanità per la città e per il territorio va salvaguardata e potenziata, garantendo ai cittadini sulmonesi e del comprensorio, che si caratterizza come area montana, servizi sanitari qualificati ed efficienti”. Lo ha detto Bruno Di Masci a conclusione della visita di questa mattina nei reparti dell’Ospedale dell’Annunziata e dopo aver incontrato il direttore sanitario del presidio, dottor Tonio Di Biase. “L’ospedale con le sue innumerevoli professionalità, come pure il tribunale sono presidi pubblici essenziali da difendere contro qualsiasi rischio di ridimensionamento e nel caso del tribunale di  soppressione. L’amministrazione comunale da me guidata avrà attenzione quotidiana alla salvaguardia di questi due presidi e saremo in continuo contatto con gli operatori sia della sanità che degli uffici giudiziari, per concertare strategie indispensabili allo scopo di conservare alla città e al territorio ospedale e tribunale” ha sottolineato Di Masci. Gli impegni confermati da Di Masci a sostegno dell’Ospedale sulmonese sono il suo potenziamento nell’organico medico e paramedico, risolvendo i problemi che in molti reparti e servizi sono effetto delle carenze di personale; l’adeguamento della tecnologia; l’apertura immediata delle nuove sale operatorie, destinando una sala operatoria e la sala travaglio ad uso esclusivo del punto nascita che deve essere conservato; l’attenzione costante alla costruzione della nuova struttura ospedaliera, per dotare finalmente la città di Sulmona ed il Centro Abruzzo di un presidio di sanità moderno ed efficiente, nella struttura alberghiera e in ogni reparto e servizio, a beneficio dell’utenza proveniente dall’intero comprensorio e dallo stesso territorio regionale. Di Masci ha concluso la visita in ospedale incontrando Edoardo Facchini, responsabile regionale del Tribunale dei Diritti del Malato, puntando l’attenzione soprattutto sui problemi riguardanti il cattivo funzionamento di macchinari diagnostici e le lunghe liste d’attesa per le visite specialistiche. (Red)

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