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L’amministrazione gioca alla roulette russa sul Centro Turistico del Gran Sasso. Una partecipata che pur avendo sempre avuto problemi, non si è mai trovata in una situazione buia come quella attuale. Questo è il motivo per cui si è svolta, su nostra richiesta, la conferenza dei capigruppo sul CTGS, alla presenza dell’amministratore unico, dei sindacati e dei lavoratori. I problemi sono sempre gli stessi ed emergono ormai a tutte le riunioni consiliari: la sostituzione delle funi richiesta dal Ministero alla quale il Comune ha fatto opposizione al TAR, i bilanci in caduta libera laddove presenti (l’ultimo riguarda il 2022), i capi servizio prossimi alla pensione che non vengono sostituiti tramite concorsi che sono stati autorizzati ormai due anni fa dalla giunta, l’adeguamento dei contratti stagionali e il parcheggio di campo imperatore che, non essendo di proprietà, ha creato e continua a creare incertezza e imbarazzo amministrativo, politico e istituzionale. Davanti a questa marea di problemi insoluti, l’amministrazione ha come unico obiettivo quello di attendere il 27 marzo per sapere se ci sarà la sospensiva alle prescrizioni del Ministero sulla sostituzione delle funi, nelle more del ricorso fatto contro quella decisione. Se però non arriverà la prescrizione, dal 1 di Maggio il CTGS dovrà chiudere i battenti e aspettare la sentenza per sapere se adempiere o meno alla sostituzione. La cosa assurda è che nel frattempo nessuno sta pensando al reperimento dei fondi necessari e men che meno alla redazione del progetto: si è deciso di navigare a vista sulla pelle dei lavoratori che senza TPL non avranno più un futuro e sulla pelle di tutto l’indotto della montagna. Se è legittimo fare il ricorso contro il Ministero, è suicida affidarsi solo a quel verdetto. Sarebbe il caso di fermarsi, soprattutto con la propaganda che dirama continuamente il “va tutto bene e chi dice il contrario è solo un menagramo”: bisognerebbe iniziare ad analizzare realmente la situazione e pianificare gli interventi necessari.

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