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SULMONA – “Questa tardiva e inopportuna presa di posizione dell’ex governatore Chiodi a difesa della sanità della Valle Peligna, infarcita di strumentali argomentazioni, ha solo il sapore della beffa”. E’ quanto sostiene il sindaco di Sulmona Annamaria Casini sul piano sanitario per l’ospedale peligno, poche ore dopo la conferenza stampa tenuta dal consigliere regionale di Forza Italia Gianni Chiodi. “L’ex governatore viene oggi a Sulmona nel tentativo, inutile, di ricostruirsi una verginità rispetto a pesanti responsabilità, utilizzando la struttura sanitaria pubblica per fare propaganda politica. Perché non è venuto prima? L’ultima volta venne qualificandosi assessore del territorio e si ripropone ora dalle file dell’opposizione con evidenti intenti propagandistici. Mi corre l’obbligo di ricordargli le misure da lui adottate, all’epoca, a tutela del punto nascite di Sant’Omero, che, grazie agli investimenti in termini di risorse umane e strumentali, nel giro di pochi mesi, vide crescere esponenzialmente il numero di parti. Nel nostro reparto invece venivano collocati primari promossi tali a pochi anni dal pensionamento”, tuona il sindaco. Casini annuncia che “questa amministrazione ha chiesto in questi giorni un incontro con il ministro Lorenzin per risolvere la questione del punto nascita e sta colloquiando con l’azienda sanitaria per creare le condizioni affinchè il prossimo atto aziendale abbia al suo interno tutte le scelte operative per potenziare i nostri reparti con risorse umane e strumentazioni di diagnostica all’avaguardia”. “Il Consiglio Comunale di Sulmona si è espresso constatando che il Decreto di riordino della rete ospedaliera ha di fatto apportato tutte le deroghe possibili al decreto Lorenzin”, continua il sindaco. “Non è vero che siamo poco più che un poliambulatorio. Grazie a Dio Sulmona ha conservato tutti i reparti (ben 19 più 3 servizi) compresa la terapia intensiva e varie unità operative chirurgiche. Siamo entrati nelle reti di emergenza urgenza, stroke ed Ima con un incremento di posti letto”. “Non mi risulta affatto che, nel corso degli ultimi venti anni, la classe politica del territorio abbia operato nello stesso modo, ben che meno Forza Italia”- chiosa Casini- “altrimenti, non avremmo avuto un ospedale progressivamente indebolito di fatto nel personale medico (in particolare le figure apicali) e nelle dotazioni strumentali”.

Andrea D’Aurelio

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