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La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande” Oriana Fallaci.

Almeno il 30% della popolazione femminile, in età tra i 18 ed i 65, anni soffre di disfunzione del pavimento pelvico sintomatica: un complesso delle alterazioni anatomiche e funzionali che interessano il pavimento pelvico e gli organi cavi del piccolo bacino. In quest’area si trova un fondamentale piano muscolare che sostiene gli organi del piccolo bacino (vescica e utero), e che, in quanto muscolo, può essere allenato alla forza e alla resistenza. Questa zona della donna può subire delle alterazioni che causano disfunzioni come:

il prolasso genitale,

l’incontinenza e la ritenzione urinaria,

l’incontinenza fecale e la difficoltosa defecazione,

le alterazioni della funzione sessuale,

il dolore pelvico cronico

Alcune di queste condizioni rappresentano un significativo impatto sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono. L’origine di una disfunzione perineale dipende dal sovrapporsi di alcuni fattori di rischio: predisponenti, su base genetica, familiare; promotori, i quali possono generare aumenti cronici della pressione intra-addominale come la tosse cronica, l’obesità, il fumo di sigaretta o danni muscolo-connettivali secondari, come le infezioni, le comorbidità, la menopausa; scompensanti, il più importante è sicuramente l’età.

La cosa più importante in questi casi è affidarsi al personale dei centri per la Riabilitazione del pavimento pelvico. Forse sono ancora in molte a non sapere che anche nel nostro nosocomio esiste un ambulatorio ‘tra le eccellenze’ che fa riferimento all’Unità Operativa del reparto di Ostetricia e Ginecologia. Condotto dall’ostetrica Berta Gambina, una tra le 20 in Italia che ha aderito al progetto TOPP (Team ostetriche pavimento pelvico). La AIUG (associazione italiana urologi-ginecologi) in collaborazione con la FNOPO (federazione nazionale ordine ostetriche) nel 2018 hanno deciso di istituire un gruppo lavoro costituito da ostetriche, specializzate di problematiche a carico del pavimento pelvico, e che ha come responsabili nazionali la dott.ssa Antonella Cavalieri (ostetrica) e il dott. Gianluca Bracco (medico ginecologo).

Dott.ssa Berta Gambina

I muscoli del pavimento pelvico si coordinano con i muscoli addominali e con il diaframma respiratorio: per tale motivo, la rieducazione del pavimento pelvico comprende sia un lavoro locale (vaginale) che globale (sul bacino). In caso di presenza di incontinenza o di prolasso di diverse entità – come può accadere nel caso di donne che hanno avuto una o più gravidanze – la riabilitazione del pavimento pelvico restituisce al piano muscolare forza e resistenza, consentendo la riduzione o la scomparsa dei sintomi. Non sono previste particolari norme di preparazione. Tuttavia, per garantire un trattamento più completo ed efficace, è utile svolgere una valutazione ostetrica prima di iniziare il percorso fisioterapico. Il trattamento prevede esercizi specifici guidati dal professionista e che dovranno, poi, essere svolti in autonomia a casa, e manovre diagnostiche e/o terapeutiche. A questi possono essere associati anche trattamenti strumentali con diverse tecnologie.

Nell’ambulatorio di Sulmona è possibile usufruire di una tecnologia efficace e non invasiva per il trattamento dei disturbi genitali femminili a disposizione delle donne grazie alla donazione del Fans Nomadi Club. Inoltre, nel 2021 è stato messo a punto un Progetto terapeutico, nato dalla collaborazione tra l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del P.O. di Sulmona ed il Centro Trasfusionale di riferimento: il trattamento con plasma ricco in piastrine (PRP) ed elettroporazione tissutale. Tale metodica sta rapidamente conquistando nuovi spazi per le problematiche muco-cutanee riguardanti la regione vulvare e vaginale.​

Con applicazioni di PRP autologo (cioè derivato dalla stessa paziente) come unica terapia o in affiancamento ad altri tipi di tecniche medico-chirurgiche , è possibile trattare in maniera efficace e senza l’ausilio di farmaci, condizioni mediche quali il lichen scleroatrofico della regione vulvare, la distrofia vulvovaginale di varia origine (post-menopausa, post-trattamenti chirurgici, idiopatica)  e la sindrome uro-genitale con tutti i sintomi correlati a tali condizioni cliniche (bruciore, prurito, dispareunia). 

Tramite applicazioni di PRP è possibile, inoltre, ottenere la rigenerazione della cute e delle mucose della regione vulvo-vaginale.  Tale metodica, a seconda dell’età e delle caratteristiche biologiche ed anatomiche della paziente, può essere integrata con l’applicazione genitale di acido ialuronico e/o testosterone attraverso l’elettroporazione in radiofrequenze con l’ausilio della tecnologia Vagy Combi. La paziente potrà tornare a casa immediatamente dopo il trattamento e può riprendere a svolgere la maggior parte delle comuni attività quotidiane. Dopo 48 ore, è possibile fare sport ed avere rapporti sessuali.​ La scarsissima presenza di effetti collaterali e la consolidata tecnologia di preparazione dei derivati piastrinici, nonché le ampie evidenze di efficacia dal punto di vista clinico e sperimentale su vari tessuti biologici, rendono il trattamento di biorigenerazione della regione vulvo-vaginale con PRP uno dei presidi più interessanti ed avanzati per tutte le pazienti affette da problematiche medico-estetiche a livello intimo. Tale tecnica, a livello sperimentale, è stata anche proposta in fecondazione assistita per ovviare sia alla problematica dell’endometrio sottile che per migliorare le percentuali d’impianto in donne con precedenti insuccessi. Le pazienti candidate vengono inviate, previo contatto telefonico, presso l’ambulatorio del Centro Trasfusionale con richiesta di autodonazione e modulo di richiesta di PRP entrambi firmati dal medico dell’ambulatorio di ginecologia.

Si può accedere al servizio previo appuntamento con S.S.N. al N° 0864/499114

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