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SULMONA – Circa 200mila euro per progetti di inclusione sociale, di cui 70 tirocini lavorativi, un milione e mezzo di euro per il piano sociale del territorio e 80mila euro per le nuove povertà che potrebbero salire a 110mila. Parte da qui la rivoluzione del sociale a palazzo San Francesco, che è l’ente capofila sui 17 del perimetro di riferimento in cui le amministrazioni comunali dovranno garantire non solo i servizi minimi, ma anche quelli sanitari. Per il sociale il 2016 è stato l’anno della svolta e del cambio di passo e portare la bandiera è il Comune di Sulmona. Come ha fatto notare l’assessore al sociale Mariella Iommi si lavora su più fronti dal momento che si trovano a fare la fila negli uffici dell’ex caserma Pace famiglie monoreddito con due o più tre bambini a carico, pensionati soli con vitalizi minimi, 50enni che hanno perso il lavoro e famiglie con disabilità che necessitano di particolari esigenze, spesso anche costose. In questo contesto si collocano le opportunità legate al Progetto operativo nazionale (Pom) di inclusione sociale, con pacchetti personalizzati per arginare le più svariate esigenze, che si vanno ad incastrare con le facilitazioni introdotte dalla carta Sia, il progetto di Sostegno per l’inclusione attiva riservato a famiglie con basso reddito (pari o inferiore ai 3mila euro). Resta ferma l’attenzione anche sui soggetti che vivono l’emarginazione e l’isolamento sociale grazie alla partecipazione al bando di “Abruzzo Include”, presentato dall’assessore Mariella Iommi in occasione del pranzo natalizio con gli indigenti della mensa Caritas Diocesana. Si punta anche all’uguaglianza di genere e alle pari opportunità sul posto di lavoro. Recentemente infatti la Giunta Comunale ha dato il via libera al piano triennale 2016-2018 delle azioni positive. Ha preso piede la convenzione stipulata con l’Ipab Casa Santa dell’Annunziata per l’impiego dei migranti come volontari del verde pubblico e del decoro urbano. Con i soggiorni termali un occhio di riguardo è stato avuto anche sui disabili. Per il 2017 le sfide dietro l’angolo non sono poche. I tempi in effetti restano duri dal momento che bisogna fare i conti con la disoccupazione galoppante, la perdita di servizi e la conseguente domanda da parte delle cosiddette nuove povertà che delineano un identikit diverso dell’indigenza in città.

Andrea D’Aurelio

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