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E’ in corso presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena un importante meeting internazionale dal titolo “Treatment of metastatic Breast Cancer: advances in 2023” al quale partecipano esperti italiani e internazionali impegnati nello sviluppo di nuovi farmaci antitumorali come Patricia Lo Russo dello Yale New Haven Hospital, Hope Rugo della University di San Francisco.

Nel 2020 sono state 54.976 le nuove diagnosi di carcinoma mammario;14.000 sono i nuovi casi di tumore al seno metastatico che ogni anno vengono diagnosticati in Italia, di questi 3.400 risultano metastatici già alla prima diagnosi. Il trattamento del cancro al seno avanzato e metastatico vede, nell’ultimo periodo, innumerevoli ed entusiasmanti novità dal punto di vista farmacologico e non solo, che stanno cambiando la storia naturale e la prognosi delle pazienti. Oggi la diagnostica di precisione suggerisce che i diversi sottotipi di tumore al seno non sono classificabili, dal punto di vista biomolecolare, in una precisa categoria, ma risultano essere più fluidi di quello che si credeva. Le pazienti possono presentare tipologie di tumore a cavallo tra le diverse classificazioni note, come ad esempio: i tumori ormonosensibili, HER 2 positivi o triplo negativi. Questa nuova visione apre la strada a strategie terapeutiche innovative e trasversali.  

 Uno dei focus del meeting è la classe di farmaci molto promettente, gli anticorpi coniugati. Si chiamano Trastuzumab deruxtecan e Sacituzumab govitecan e sono efficaci per tutti i sottotipi molecolari di tumore al seno: HER2 positivi, tumori a bassa espressione di HER2 (HER2-low), tumori con recettori ormonali positivi, e perfino i tumori tripli negativi. In Italia Sacituzumab govitecan è approvato da soli 3 mesi, ed è assolutamente necessario avere informazioni per identificare le pazienti che rispondono alla terapia. Parte ora un importante studio prospettico multicentrico clinico e biologico, promosso e coordinato dalla Unità Fase IV dell’IRCCS Regina Elena, su pazienti con carcinoma mammario triplo negativo metastatico, pre-trattate, che devono iniziare terapia con Sacituzumab Govitecan. Le donne vengono studiate per diversi parametri biologici, al fine di identificare fattori predittivi di risposta o resistenza al farmaco. I farmaci anticorpo-coniugati sono molto complessi. Uniscono l’efficacia della chemioterapia con la precisione degli anticorpi. Si tratta, infatti, di un chemioterapico legato ad un agente biologico diretto verso un bersaglio, una specifica proteina, al fine di colpire le cellule neoplastiche in maniera selettiva con risparmio di quelle sane. Il rischio di progressione della malattia si riduce quasi della metà e quello di morte si abbassa di oltre un terzo grazie al trattamento con Trastuzumab deruxtecan. I farmaci in Italia sono attualmente disponibili e rimborsabili. È necessario affidarsi a centri di eccellenza prescrittori in grado di applicare la terapia nel percorso di cura della paziente che possiede i requisiti per essere trattata con tali molecole. Presso il Regina Elena è stato trattato un significativo numero di pazienti con risultati molto buoni, che confermano i dati incoraggianti degli studi clinici.

All’meeting viene dedicata particolare attenzione ai tumori al seno tripli negativi. Ricordiamo che il nome triplo negativo sta a significare che il carcinoma non presenta né i recettori per gli ormoni, né i recettori per l’HER2. Particolarmente diffuso nelle donne giovani, al di sotto dei 50 anni e in chi presenta mutazioni nel gene BRCA, questa forma tumorale rappresenta il 10-12% di tutte le neoplasie della mammella. Da sempre considerati i più difficili da trattare, tra i tumori al seno. Per fortuna oggi le donne possono contare su nuovi alleati, oltre ai farmaci monoclonali coniugati, ci sono i farmaci biologici detti Parp-inibitori, che conducono alla morte delle cellule cancerose con una azione molto più selettiva rispetto a quella dei chemioterapici. Anche l’immunoterapia combinata alla chemioterapia si sta rivelando una buona strategia per combattere in prima linea una parte dei tumori al seno triplo negativo.  Questa è una importante novità se si considera che l’immunoterapia fino a qualche tempo fa non aveva un ruolo di rilievo nella cura del carcinoma mammario, considerato scarsamente immunogeno.

Di rilievo il confronto sugli inibitori delle cicline, utilizzati nel trattamento del tumore al seno avanzato o metastatico con recettori ormonali positivi. Questi farmaci biologici raddoppiano l’efficacia della terapia ormonale, e contrastano il rischio di resistenza.

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