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Capisco perfettamente l’imbarazzo del Senatore Liris nei confronti dei tanti abruzzesi residenti nelle aree del cratere che lo hanno votato anche in funzione delle promesse elettorali fatte, che dopo pochi mesi si stanno sgretolando e dove le percentuali di consenso ottenute dal partito sono molto alte. È difficile identificarsi nel proprio partito, fiero oppositore del Governo Draghi ed oggi quanto più vicino alle sue politiche, quando si presenta un emendamento al Dl Ricostruzione per estendere il 110% a tutto il 2025 per il cratere sismico del Centro Italia, ed il decreto Legge 16 febbraio 2023 n.11 presentato dal suo Governo ne decreta la morte. Purtroppo la leader del suo partito, con un carpiato all’indietro, ha deciso di percorrere la via della mistificazione numerica e delle sparate ad alzo zero contro una misura che ha dato una vigorosa spinta a Pil, occupazione ed entrate fiscali oltre che risparmi concreti sulle bollette delle famiglie che hanno efficientando le proprie case, di gettare alle ortiche la filiera delle costruzioni, interventi su edilizia popolare e a seguire anche ricostruzione nelle aree devastate dai terremoti. Ci dispiace per Liris e per i mal di testa che sui territori si stanno generando dalle giravolte frenetiche della Meloni. La riprova è il fatto che lo stesso Liris dice candidamente che i crateri Centro Italia 2009 e 2016 non sono citati nel testo del Dl del governo in oggetto: per ovvi motivi non certo rassicuranti, perché la cessione del credito viene bloccata ovunque senza distinzioni di sorta. Ne prendiamo atto: per ogni promessa fatta in campagna elettorale sta facendo l’esatto contrario. Poi un giorno magari ci diranno come intenderanno favorire la crescita economica del paese, ammesso che sia uno dei loro obiettivi. Ogni ora che passa pare più evidente che gli ex patrioti si siano trasformati in paladini dell’austerità e in feticisti delle regolette contabili.

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