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SULMONA – La crisi e la pandemia c’entrano poco con l’ennesima saracinesca che il prossimo 15 gennaio si abbasserà nel centro storico di Sulmona. La famiglia Fuà chiude baracca e burattini e dona la merce in beneficienza. Non una scelta dettata dal particolare momento economico e dagli effetti dell’emergenza pandemica, che pure si avvertono a tutti i livelli, ma quelle luci che si spegneranno sanciranno la chiusura di un’epoca legata alla famiglia Fuà che nello scorso settembre 2016 venne insignita dall’Ascom con il titolo di attività storica. Intere generazioni sulmonesi hanno ammirato quelle vetrine, fino a scegliere i capi, attratti non solo dalla merce ma anche dal garbo e dall’eleganza della famiglia di imprenditori che ha dedicato corpo ed anima al tessuto commerciale cittadino. Un negozio Fuà, d’altronde, è sempre esistito in città. Da Davide a Guido fino alla terza generazione di Sandro che aprì la sua attività nel 1963 e il prossimo aprile compirà 89 anni. Ancora una settimana e questa parentesi lunga 56 anni si chiuderà definitivamente con un gesto di prossimità e solidarietà verso chi versa in stato di bisogno. “Abbiamo deciso di donare gli abiti in beneficienza per continuare a far vivere la nostra merce, magari aiutando qualcuno che si trovano in difficoltà”- spiegano dalla famiglia Fuà. Gli abiti saranno quindi devoluti alla Protezione Civile Ana di Sulmona, nella persona del rappresentante legale Marco Di Silvestro, che a sua volta li devolverà alle Caritas territoriali, le quali sono a conoscenza delle situazioni che hanno maggiore necessità. Un modo signorile per uscire di scena e lasciare il posto ai nuovi proprietari che trasformeranno e faranno rivivere quello storico negozio. Un passaggio di consegne che si spera possa trovare un contesto economico più favorevole, anche se si esce da un’emergenza senza precedenti e per riprendersi bisogna ricostruire l’intera filiera. Alla famiglia Fuà, intanto, vanno i nostri auguri per un meritato riposo.

Andrea D’Aurelio

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