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SULMONA – Prima si sono accollati il costo dell’affitto dell’appartamento con tanto di rateizzazione e poi, man mano, le hanno asportato l’arredo dell’abitazione, rubando non solo mobili e suppellettili ma anche quanto aveva di più caro. Il singolare episodio vede protagonista un’anziana sulmonese che, nel luglio del 2017, è rimasta vittima di un furto in abitazione. Ieri i tre imputati, ritenuti responsabili del fatto, sono comparsi davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, per la prima udienza del processo che è stata aggiornata. Si tratta di A.S. di 59 anni, P.D.R. di 65 anni e F.D.R. di 37 anni, tutti soggetti appartenenti ad un unico nucleo familiare. La storia ha inizio quando l’anziana, assegnataria di casa Ater, si rifiuta di pagare l’affitto all’ente per le infiltrazioni d’acqua che con il tempo avevano danneggiato l’appartamento, rendendolo praticamente invivibile. Riceve lo sfratto e gli inquilini del piano di sopra, ovvero i tre imputati, tendono una mano alla malcapitata, accollandosi le spese dell’affitto con un canone mensile per coprire il debito accumulato. Ovviamente ad una condizione. La donna doveva inserire nel suo stato di famiglia il figlio della coppia che poi, a morte sua, poteva rilevare l’appartamento. L’anziana accetta la proposta, formalizzata davanti al Comune con i passaggi del caso. Peccato che la convivenza tra il giovane e l’inquilina comincia a crere qualche problema nel momento in cui, ad esempio, lo stesso volevare cambiare la camera da letto. Per l’anziana ogni angolo di quella casa, arredo compreso, aveva un particolare valore affettivo. Fatto sta che, in diverse riprese, la signora si accorge che di volta in volta mancano un “pezzo” a quell’appartamento. Prima un mobile. Poi un altro. E via discorrendo. A quel punto l’anziana si è ribellata e ha denunciato tutto alla Squadra Anticrimine del Commissariato Ps di Sulmona che si è occupata del caso con i dovuti accertamenti, deferendo i tre soggetti all’autorità giudiziaria per furto in abitazione. Per loro, ieri, si è aperto solo sulla carta il processo.

Andrea D’Aurelio

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