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SULMONA – L’avviso di garanzia è stato notificato solo alla vicina di casa della vittima che da settimane, oramai, risulta indagata per incendio doloso e minacce. Ma dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, installate dai privati, comparirebbe anche un’altra persona. Si tratterebbe di un uomo con la maglia bianca, residente probabilmente nello stesso quartiere di via XXV Aprile, dove lo scorso 2 luglio è stata data alle fiamme una Fiat Cinquecento Rossa. Grazie al filmato, acquisito dalle forze dell’ordine, si è riusciti in un primo momento ad identificare la donna 48 enne, che avrebbe minacciato la vittima sul posto di lavoro nei giorni precedenti, stando a quanto venuto fuori. Dalla lavorazione del video, commissionata dal proprietario dell’impianto ed effettuata con apparecchiature più sofisticate, sarebbe quindi riconoscibile un’altra persona nella seconda fase dell’atto incendiario, vale a dire quando i due lasciano il luogo. Un’ombra, si era detto inizialmente, passando al setaccio le immagini ad occhio nudo. In realtà un’altra persona apparirebbe nelle immagini. Nessun riscontro investigativo è arrivato al riguardo anche se la lavorazione dei video è recente. Per cui, il particolare non di poco conto, è stato informalmente segnalato agli investigatori. Che la donna sarebbe stata coadiuvata nell’esecuzione del “piano” si era capito dall’inizio dal momento che Polizia e Carabinieri, nel corso della perquisizione domiciliare a casa dell’indagata, avevano sequestrato il telefono cellulare per l’analisi dei contatti e una felpa bianca, appartenenti ad un familiare della stessa. Da quella notte è stata predisposta una sorta di “centrale operativa” nel quartiere, in attesa dell’installazione delle telecamere. Si tratta di un gruppo di persone che controllano pedissequamente tutti i movimenti, informando di volta in volta le forze dell’ordine, per mitigare tutti i possibili fenomeni delittuosi. Le cosiddette “telecamere umane” che a volte funzionano di più di quelle digitali.

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