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SULMONA – Tentata estorsione, minaccia e lesioni. Queste le accuse, a vario titolo, che vengono contestate ad una 49 enne di Sulmona, al suo compagno calabrese e a due dei suoi figli, raggiunti nella tarda serata di ieri dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa. A notificare l’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, sono stati gli operatori del Commissariato. Una vicenda balzata alle cronache nelle scorse settimane dopo la perquisizione eseguita a casa della 49 enne che ha permesso agli inquirenti di sequestrare i telefoni cellulari in uso agli indagati e analizzare tabulati e conversazioni che avrebbero portato a confermare l’accusa di minaccia e tentata estorsione. L’inchiesta di Procura e Polizia è scaturita dalla denuncia di una donna, residente in un paese del circondario, che aveva chiamato in causa le forze dell’ordine nell’ultimo periodo dopo le continue diatribe tra le due famiglie. Una vicenda complessa che fa mantenere lo stretto riserbo agli investigatori. Alla base della tentata estorsione ci sarebbe la pretesa di un bracciale in oro a fronte di un prestito in denaro di circa mille euro. Ulteriori accertamenti sono in corso per capire se dietro i contanti possa esserci anche altro. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’aggressione subita la scorsa estate da un figlio dell’indagata da parte di un gruppo di giovani che avrebbe al suo attivo anche uno dei figli della persona offesa. Un episodio che avrebbe generato una sorta di vendetta e ritorsioni secondo gli inquirenti. La storia è da ricostruire nel dettaglio. Intanto i quattro indagati sono avvertiti. In caso di violazione del divieto di avvicinamento finiranno direttamente agli arresti.

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