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SULMONA – L’accusa è quella di aver perpetrato aggressioni “abituali”, cioè quasi a cadenza settimanale, alla presenza della figlia minore della convivente, con risvolti non solo verbali ma anche fisici. Una violenza ripetuta nel tempo che ha spinto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marco Billi, a firmare l’ordinanza dell’allontanamento dalla casa familiare per un uomo di mezza età di un centro dell’Alto Sangro. Una misura cautelare che è stata notificata l’altro giorno dai Carabinieri  a seguito dell’ultimo episodio che ha portato gli stessi militari a chiedere l’applicazione della misura  all’autorità giudiziaria. Secondo il castello accusatorio, l’uomo avrebbe “dimostrato di approfittare della sua condizione di solidità economica per costruire la compagna a subire reiterate aggressioni non solo verbali ma anche fisiche. In diverse occasioni infatti avrebbe (ndr) colpito al volto la persona offesa ( una giovane donna straniera, ndr) che nell’ultima occasione è stata vittima di un calcio in bocca”. Gli stessi Carabinieri hanno accertato la ferita sul piede dell’uomo, che conferma la circostanza del calcio sferrato, per dirla con le parole del giudice Billi. La vittima, dopo quel gesto di violenza, ha allertato il centralino del 112. Da lì è scattato il codice rosso con i relativi accertamenti. L’uomo è stato quindi allontanato dalla casa familiare e, come stabilito con apposita ordinanza, dovrà erogare il pagamento di 400 euro mensili in favore della convivente, priva di reddito autonomo, dall’estate scorsa. Per martedì prossimo è stato fissato l’interrogatorio di garanzia nel corso del quale l’uomo proverà a smontare il castello accusatorio convinto che le accuse mosse sono da ridimensionare e in parte frutto della ricostruzione della donna.

Andrea D’Aurelio

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