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SULMONA – Caos e disagi sono quasi all’ordine del giorno. Chi da gennaio attende ancora la convocazione e chi, incompatibile con una tipologia di vaccino, passa le ore davanti al telefono nella speranza di ricevere il fatidico sms. Nel marasma delle proteste e delle cose che non vanno ci sono loro, gli angeli dei centri vaccinali, i volontari sul fronte che non conoscono riposi, pause, vita sociale e sono all’opera senza soluzione di continuità.  Tutti li hanno nominati. Chi per riempire un rigo e chi per le cerimonie di circostanza. Noi ci siamo chiesti se il sistema della vaccinazione reggerebbe senza il loro supporto: la gestione dei flussi, il controllo dei dati, la misurazione della temperatura, il rispetto dei percorsi, la segnalazione o lamentela da raccogliere, il bicchiere d’acqua da procurarsi, il saper ascoltare gli utenti e dedicare tempo a chi arriva in ambulatorio con ansia e preoccupazione. “Cerchiamo di star vicino a queste persone anche se ultimamente l’impatto è sicuramente migliore”- spiega Beatrice della Croce Rossa. “E’ quello che facciamo dal primo minuto fino all’ultimo. Risolvere i problemi di queste persone per prepararle ai vaccini”- riprende Cinzia dell’Unitalsi. Silvia e Antonio della Protezione Civile di Sulmona e Pratola Peligna rimarcano il ruolo nevralgico dei volontari per la tenuta del sistema, anche se gli stessi operano in sinergia con tutti gli operatori. Ma l’elenco degli angeli del vaccino è ancora lungo. Dall’ANA che nel frattempo continua a svolgere i test antigenici al Tdm che si pone al fianco degli utenti più deboli per la prenotazione. Da un anno e mezzo, per via dell’emergenza pandemica, manca il contatto umano. L’impegno dei volontari del vaccino rappresenta quindi quella mano tesa per ridare aria e speranza a chi si avvicina alle porte degli ambulatori per battere il tanto temuto Covid-19. Menomale che ci sono loro.

Andrea D’Aurelio

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