banner
banner

SULMONA – La chiusura del centro storico è diventata un’ossessione per l’amministrazione comunale secondo le associazioni di categoria Confcommercio, Cna, Ascom Fidi Ascom Servizi e Sulmona fa centro che chiedono al Comune di fare marcia indietro e di attivare i processi decisionali che sembrano caduti nell’oblio. “Nonostante quest’anno le Festività di Natale, Capodanno e Befana ricadano già di Sabato e Domenica, giorni in cui vige la chiusura del centro al traffico veicolare. E’ più forte di voi: il centro deve essere blindato, costi quel che costi a chi, nella vitalità del centro storico investe le sue risorse di tempo e danaro”- tuonano le associazioni rivolgendosi agli amministratori di Palazzo. “Gli incontri, voluti solo grazie all’impulso delle nostre associazioni di categoria e il timido inizio di una concertazione tecnica non sono serviti a questa amministrazione, attraverso i propri assessori, a capire l’importanza delle consultazioni. Loro sanno tutto. Neanche fossero imprenditori. Giusto due giorni di preavviso per dire che per venti giorni il centro storico è tutto chiuso. Chiuso per ferie. Quando manca l’acqua o la luce c’è più preavviso”- ironizzano le associazione. Ma neanche tanto. “Assessori che con queste drastiche decisioni che non trovano uguale confronto con altre realtà dove i centri storici sono maggiormente aperti al traffico veicolare, tradiscono il consenso ottenuto da questa amministrazione che sicuramente deve rivedere metodi, persone e partiti a cui affidare questo oneroso compito. Commercianti,residenti e tutti i portatori di interesse che convergono nel centro storico non vengono mai nè ascoltati e compresi né prima, né dopo. È poi inevitabile rimarcare che l’inconsistenza del programma natalizio non giustifica in alcun modo l’appesantimento delle misure sul traffico veicolare già di per sè mortificanti del sistema commerciale del centro storico e discriminatorie rispetto ad altri quartieri della città che in questi giorni invece pullulano di persone e vitalità commerciale. Questo deleterio metodo amministrativo si traduce in un pericoloso autoritarismo sociale. Consiglieri Comunali che ci hanno promesso ben altro e adesso non ce la fanno neanche a rispondere al telefono. La città è in mano a 100 voti e poco più: i patti non erano questi. Noi facciamo programmi e progetti a lungo termine, lo abbiamo già detto e ripetuto più volte e non potete toglierci il pane dalla tavola quando è ora di apparecchiare. Non ve lo permettiamo più. Siamo stanchi”- tuonano le associazioni che concludono: “onfidiamo in un ripensamento immediato da parte della Amministrazione Comunale auspicando che, inspirata dai principi di eguaglianza e giustizia, decida finalmente di instaurare processi decisionali condivisi per tempo finalizzati al benessere della Città di Sulmona”.

Lascia un commento