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SULMONA – Non ha autonomia per la lavorazione e distribuzione del sangue, per il lavaggio ci vogliono all’incirca tre ore e mezzo e sul territorio servono centri di raccolta. E’ il risultato del monitoraggio effettuato dal Tribunale per i diritti del Malato, coordinato da Catia Puglielli, nel Centro Trasfusionale dell’ospedale di Sulmona. La giornata del 14 giugno è dedicata ai donatori di sangue. Nel 2018, rispetto all’anno precedente, in Abruzzo si è registrata una diminuzione del 5 per cento del numero delle donazioni di sangue: un dato in linea con l’andamento nazionale, ma che si scontra con una percentuale identica di segno opposto del numero dei pazienti trasfusi, che è invece in aumento. A Sulmona il Centro Trasfusionale non può più in autonomia effettuare la lavorazione del sangue e la conseguenziale distribuzione, dovendo dipendere dall’ospedale San Salvatore dell’Aquila. E questo comporta che ogni giorno un’ambulanza deve fare la spola da Sulmona al capoluogo in orari ben stabiliti in quanto il sangue deve essere lavorato con una certa tempistica. Stesso problema si crea per il lavaggio. Il personale lavora in modo efficiente, gestisce l’ordinario e le emergenze, ma servirebbe maggiore autonomia. “Stiamo cercando di coadiuvare le Avis per la crea di punti territoriali dove è possibile effettuare prelievi. E in questo cercheremo di aprire un tavolo con la Regione”- intervie la Puglielli. E’ stata proprio Nicoletta Verì, assessore regionale alla sanità, ad annunciare questa mattina a Pescara “l’istituzione di un Tavolo di concertazione tra Regione, Asl e organizzazioni dei donatori, che affronti le problematiche piu’ urgenti legate all’autosufficienza regionale e piu’ in generale alla sostenibilita’ del sistema trasfusionale”.

Andrea D’Aurelio

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