SULMONA – C’è Francesco che si è liberato della sorveglianza attiva dopo oltre 40 giorni di quarantena obbligatoria e Giovanni che a casa è rimasto un mese esatto fino all’esito negativo del secondo tampone che lo ha reso libero a tutti gli effetti. Entrambi i nomi sono di fantasia ma lo sfogo-denuncia arriva dai due degli ultimi giovani guariti dal Covid-19 in città . Il primo, dopo l’ok arrivato dalla Asl, si è messo a bordo dell’auto e ha fatto un giro in lungo e in largo della città per rivedere quei vicoli e quella strade che non ha potuto percorrere per oltre un mese. Ed ecco che tutto ciò che solitamente si ha a portata di mano diventa prezioso. Prima la passeggiata veicolare e poi il saluto agli amici di sempre senza abbracci ma con tanto di mascherina e distanze. “Sono stato sempre bene fortunatamente, senza alcun sintomo, non posso lamentarmi ma sono rimasto in casa per quaranta giorni. Questo è il guaio di questo virus che ti tiene segregato tra le mura domesticheâ€- si sfoga Francesco spiegando che un aiuto da parte delle istituzioni nella prima fase della nuova ondata sarebbe stato più che giusto, per velocizzare screening e tamponi. Giovanni ha annunciato indirettamente sui social la sua guarigione dal Covid, postando la storia su instagram, con l’arcobaleno arrivato dopo la pioggia di inizio autunno e quel paesaggio che richiama alla bellezza della natura e all’importanza della vita ricevuta. E’ di poche parole ma fa sapere, tramite i suoi familiari, che “un mese in casa è troppo. E’ un problema comune di quanti si ritrovano in isolamento domiciliare. Il sistema è troppo lentoâ€. Il numero dei guariti sale a 24. Nelle ultime ore si sono liberati della quarantena un giovane collegato al focolaio di ferragosto e una coppia legata al primo focolaio della festa di compleanno. Già da una settimana ad onor del vero ma la notizia è circolata nelle ultime ore. Se nella prima parte è mancato lo sprint necessario per i tamponi è per via della grave e conclamata carenza di organico che investe da tempo la sanità ospedaliera e territoriale. Il Dipartimento igiene e Prevenzione ha fatto i salti mortali riuscendo a tracciare e ricostruite la rete degli oltre 500 contatti finiti nell’elenco dei sorvegliati, sceso ora a 389 persone. Non una svista ma tanta precisione e impegno nonostante l’affanno e i carichi di lavoro pesanti. L’aiuto aquilano non è sicuramente una manna dal cielo visto che le prestazioni ordinarie non cessano, dalle vaccinazioni alle visite necroscopiche. La scorsa settimana intanto si è svolto il colloquio orale per il reclutamento di un dirigente medico a tempo determinato da assegnare alla Siesp dell’area peligno-sangrina. Per un contratto di durata limitata si sono presentati in tredici e si resta in attesa degli esiti del colloquio prima di procedere con l’assunzione che, si aspettavano gli addetti ai lavori, avesse una durata indeterminata dopo il pensionamento di una storica unità . La speranza è che gli organici siano potenziati una volta per tutte come pure arrivi il macchinario per processare i tamponi in ospedale perché non si può restare in eterno in attesa della negativizzazione, fermo restando quei casi particolari di soggetti che restano positivi e anche a lungo. Il virus è strano ma il sistema deve farsi trovare pronto.
Andrea D’Aurelio