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SULMONA – Danneggiamento e detenzione di arma atta ad offendere. Sono queste le accuse che la Procura della Repubblica di Sulmona contesta alla donna di 70 anni che l’altro giorno è stata “sfrattata” dalla palazzina del superbonus, dando vita ad alcuni atti dimostrativi, per i quali si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Il Sostituto Procuratore, Edoardo Mariotti, ha iscritto sul registro degli indagati la donna, informandola dell’imputazione a suo carico, convalidando il sequestro effettuato dalla Polizia alle 10.30 dello scorso 16 giugno, ovvero all’indomani dello sgombero, quando la donna voleva rientrate nel suo alloggio per cambiarsi. Secondo la ricostruzione della Procura e degli operatori del locale Commissariato, che ieri hanno proceduto alla notifica dell’avviso di garanzia e del decreto di convalida del sequestro, la 70 enne avrebbe danneggiato, con una mazza di ferro, la grata del locale cantina dell’immobile di via Avezzano, provocando il parziale distacco del relativo telaio del muro. L’aggravante è quella di aver commesso il fatto su cose esposte alla pubblica fede. Inoltre, sempre secondo l’imputazione, la donna senza giustificato motivo, avrebbe portato al di fuori della propria abitazione una mazza di ferra dal peso di 1,2 kg con manico di legno, oggetto considerato atto ad offendere. Più che una casa, per la donna “sfrattata” dal superbonus, è arrivato il conto della giustizia, con l’apertura del procedimento penale come atto dovuto. La stessa, va ricordato, aveva declinato una serie di offerte da parte degli inquilini della palazzina. Dopo mesi e mesi di attesa, con l’incremento delle spese per i fitti, si è arrivati alla misura estrema dello sgombero. La 70 enne, dopo aver trascorso la prima notte all’addiaccio, si appoggia ad alcuni conoscenti in attesa di una soluzione alternativa mentre il cantiere del superbonus sulla famigerata palazzina dovrebbe insediarsi a breve.

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