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POPOLI – Più che una svolta epocale è stato un flop. Questa la dura presa di posizione del movimento Ripensiamo il Territorio che analizza l’esito della consultazione popolare della scorsa domenica che ha portato il comune di Popoli a cambiare nome. “L’amministrazione non riesce a coinvolgere più del 30% dell’elettorato, flop altro che scelta epocale. Come volevasi dimostrare l’approssimazione, l’arroganza, la fretta, la regolamentazione confusa, e il mancato rispetto delle regole democratiche hanno bruciato la scelta ‘epocale’ del cambio del nome della nostra comunità. È evidente, come abbiamo denunciato, che la scelta da parte amministratori di una Consultazione invece che del Referendum ha fatto vivere ai cittadini l’evento come un’imposizione e non di una scelta condivisa”, hanno affermato Antonio De Luca, presidente dell’Associazione, Gianni Natale, vicepresidente e Giovanni Diamante, membro dell’associazione e ex assessore del Comune di Popoli, che hanno aggiunto: “così non si è superato il 30% di partecipazione nonostante lo sfruttamento ossessivo della forza propulsiva dell’argomento termale; quindi fine della Luna di miele e questo aggraverà la condizione di crisi dei nostri territori. Intanto, rileviamo che mentre gli amministratori popolesi si trastullano con le denominazioni, Manoppello annuncia un ricorso al tar del Lazio contro il raddoppio ferroviario e la Snam sta cominciando ad occupare i terreni per costruire un passaggio in tunnel della condotta del metanodotto che metterà a rischio le risorgive del Pescara e le Captazione Gran Guizza. Risolveremo tutto col nome e con le terme? Quali atti concreti sta facendo l’amministrazione comunale in merito? Vedremo se ciò verrà messo a punto conseguentemente nel prossimo consiglio comunale dove dovrebbe avvenire la delibera di una decisione”, hanno dichiarato in conclusione i rappresentanti dell’Associazione Ripensiamo il Territorio.

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