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SULMONA – “I dati relativi al numero di casi Covid positivi e di soggetti sottoposti a sorveglianza attiva dimostrano inequivocabilmente che nella Valle Peligna l’epidemia in corso rappresenta un problema sanitario di non trascurabile rilevanza”. Non usa mezzi termini l’ex primario di anestesia e rianimazione. Gianvincenzo D’Andrea, per leggere il quadro epidemiologico in continua evoluzione con numeri sempre più imponenti che meritano la giusta attenzione. Secondo D’Andrea “i diversi focolai di contagio accertati impongono l’esecuzione in tempi rapidi dei test di identificazione dei soggetti infettati (nel numero di centinaia al giorno) e ciò per individuare ed arginare le possibili catene di trasmissione del Coronavirus. Oggi i malati ed isolati per Covid nella Valle Peligna sono all’incirca la metà dell’intera provincia de L’Aquila, ma non risulta che i settori sanitari che devono far fronte a questa situazione particolarmente impegnativa, nell’Ospedale di Sulmona e nella Prevenzione, siano stati rafforzati nella dotazione del personale medico ed infermieristico”. Poi il passaggio significativo sulla carenza di organica e sul senso di “prossimità” in ambito sanitario. “A ben vedere”- continua D’Andrea- “si tratta di un comportamento poco comprensibile se si tiene conto di quanto è stato fatto all’inizio dell’epidemia quando l’ospedale di Sulmona è stato dichiarato ed utilizzato come ospedale Covid per dare possibilità di completare l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva negli ospedali di Avezzano e L’Aquila. Dunque la Sanità della Valle Peligna è chiamata a dare un aiuto ( e lo fa dando prova di elevata capacità professionale ) agli altri territori della ASL e poi viene dimenticata quando ha bisogno di aiuto?”- si chiede l’ex primario che conclude: “voglio sperare che il Direttore Generale ed il Direttore Sanitario della ASL comprendano che devono risolvere questo problema con le necessarie ed opportune disposizioni urgenti. Non farlo significa aprire praterie sconfinate alla diffusione del Coronavirus condannando tutto il circondario peligno a pagarne terribili conseguenze sia sotto il profilo sanitario che economico. Ai Sindaci del territorio ed in particolare a quelli di Sulmona e Pratola spetta il compito di far sentire ,forte e senza indugio, la loro voce a tutela della salute e degli interessi economici dei cittadini”.

Andrea D’Aurelio

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