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SULMONA – “Devo la vita ai medici dell’ospedale di Chieti che mi hanno trattato e curato con grande competenza. Sono molto provata dal dolore per la perdita di una cara amica e vicina di casa. Se viene fuori che qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi”. A parlare ai nostri microfoni è la prima contagiata da legionella nella palazzina Ater di via XXV Aprile che oggi, dopo tante peripezie, finalmente torna a casa. Le dimissioni dal nosocomio di Sulmona sono state programmate per il primo pomeriggio. Un dramma nella sventura quello vissuto dalla donna che ha scoperto prima il batterio della legionella, debellato con la terapia specifica somministrata nell’ospedale di Chieti e poi, tornata a casa, è caduta rovinosamente tanto da costringere i sanitari del locale nosocomio a sottoporla ad un intervento, perfettamente riuscito. Per lei l’incubo è finito ma il rientro è casa non sarà accompagnato dal sorriso. “Ho un grande dolore perché una mia amica non c’è più”- ripete la donna ricordando che entrambe hanno in comune la sostituzione della caldaia, avvenuta lo scorso 4 settembre, senza il completamento delle procedure di conformità. Si sta quindi verificando se si tratta di un vulnus documentale o di altro. Intanto l’Ater questa mattina tornerà con i suoi tecnici nelle palazzine per avviare e programmare alcuni interventi sugli alloggi che non sono a rischio come spiegato a chiare lettere. Si procederà soprattutto a mettere in sicurezza l’abitazione della donna in modo tale da garantirle un rientro tranquillo. Mentre si attende la prima tranche di responsi sui prelievi svolti dalla Asl, oggi sarà anche il giorno del dolore per Luciana Pantaleo, la seconda contagiata che non è riuscita a sopravvivere alla legionella e agli strascichi del Covid. Per avere il quadro completo della situazione e per verificare eventuali anomalie, spiegano i legali, è necessario attendere.

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