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SULMONA – Proscioglimento in sede di “revocazione” della sentenza della Corte dei Conti. In poche parole innocente senza ombra di dubbio né timore di smentita. Per i giudici contabili non ci fu alcun danno erariale. Una soddisfazione umana, etica e morale per il sulmonese, Maurizio Scelli, ex Commissario della Croce Rossa, che tira un respiro di sollievo al termine dell’ultimo pronunciamento della Corte che mette nero su bianco la sua completa estraneità alle condotte contestate, tra il 2003 e 2005, quando era Commissario del sodalizio. Un attestato di correttezza formale e sostanziale che restituisce l’onore all’avvocato di Sulmona che ha vissuto, per questa storia, non solo danni morali, ma anche contraccolpi che hanno ingiustamente limitato la sua azione in campo professionale e politico e che annulla ogni precedente condanna per danno erariale. Per questa “pendenza”, l’ex parlamentare ha rinunciato ad una ricandidatura ed elezione certa da capolista in Abruzzo convinto che nelle istituzioni non si può stare senza aver totalmente chiarito ogni dubbio sul proprio operato. Scelli è il personaggio che ha avuto una parte decisiva nella liberazione in Iraq di Simona Pari e Simona Torretta, le “due Simone” come vennero chiamate, nel ritrovamento del corpo di Fabrizio Quattrocchi e in tante altre missioni in cui la Croce Rossa nei due anni in cui è stato commissario ha guadagnato stima e riconoscimenti a livello internazionale è stata protagonista, al punto di essere premiata con la medaglia d’oro al merito civile del compianto presidente, Carlo Azeglio Ciampi. Proprio in occasione di talune delle sue tante missioni, per accelerare i tempi del potenziamento dell’ente, Scelli dà disposizioni per la proroga dei contratti di forniture informatiche fidando, per la copertura dei relativi oneri, sulle disponibilità di bilancio attuali e future. Da qui nascono i vari procedimenti che spingono l’avvocato a ricorrere al mezzo di impugnazione della revocazione. Si è quindi stabilito che la prima decisione, confermata dalla Corte dei Conti Giurisdizionale del Lazio, era errata relativamente alla causazione di un danno erariale. Non vi è stato mai un danno erariale seppur i primi due provvedimenti avessero detto il contrario. I giudici hanno quindi richiamato l’obiter dictum che indica una questione affrontata solo in via incidentale e, se favorevole ad un soggetto, gli assicura nient’altro che una soddisfazione morale. Quella che incassa Scelli dopo 18 anni dalle prime contestazioni. Perchè si sa che, per tutti, il tempo è galantuomo.

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