SULMONA – Il regolamento dei conti è ormai partito senza sosta alcuna e gli addetti ai lavori temono un’escalation di ritorsioni o possibili intimidazioni. Una situazione ingestibile che sta rafforzando i meccanismi di controllo sul territorio. All’indomani della notte di fuoco sulla circonvallazione, dove ignoti avrebbe dato alle fiamme la vettura intestata ad un 34 enne in custodia cautelare per la rapina al corriere della droga di Bussi sul Tirino, gli operatori del Commissariato Ps di Sulmona, agli ordini del Vice Questore aggiunto, Stefano Bortone, stanno procedendo all’acquisizione delle immagini dei circuiti di videosorveglianza collocati nel perimetro dove è avvenuto il fatto. In particolare le telecamere sono distribuite in tre punti: semaforo posizionato all’incrocio tra via Fiume e la circonvallazione, ingresso del parcheggio coperto di Santa Chiara ed arco di Porta Napoli. Tra l’1.45 e le due di notte non passavano molte auto da quelle parti, anche se si trattava di un pre festivo. Per questo gli inquirenti sperando di poter carpire qualche elemento o dettaglio per arrivare all’identificazione degli autori dell’episodio che avrebbe tutto il sapore di un regolamento di conti, avviato lo scorso 15 dicembre con l’atto incendiario ai danni della vettura in uso al 33 enne sulmonese ristretto ai domiciliari per la stessa inchiesta, la sera stessa del suo legittimo impedimento nel processo penale e all’indomani dell’arresto di due corrieri romani, pronti a smerciare due etti di cocaina nel quartiere degli incendi. L’accelerata è arrivata in questa settimana. Nella notte tra il 3 e il 4 gennaio sarebbero stati sparati cinque colpi di pistola contro la vetrina della pasta all’uovo dove lavora il 33 enne, di cui solo uno a segno. Mentre nella notte tra il 5 e il 6 è andata in fiamme la vettura di proprietà del 34 enne, in uso ad un suo familiare che sarà sentito a sommarie informazioni nelle prossime ore. Secondo gli addetti ai lavori le vicende potrebbero essere in qualche modo legate dallo stesso filone anche se, non si esclude, di matrice diversa. L’inchiesta di Bussi, secondo gli inquirenti, avrebbe contribuito a rintracciare l’ex latitante, arrestato lo scorso settembre. Ma ci sarebbero anche dei conti da regolare. Richieste di denaro probabilmente riconducibili al mondo della droga. Le forze dell’ordine stanno operando in sinergia per spezzare la catena dei possibili atti ritorsivi e intimidazioni.