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SULMONA – Un’intimazione al Comune di Sulmona per il rilascio dei locali concessi in locazione in data 18 giugno 1999 e la richiesta di un risarcimento danni, il cui importo parametrato al valore locatizio dell’immobile è pari a 43.692 euro. Per l’archivio comunale arriva l’ultimatum di un 66 enne sulmonese, proprietario dei locali siti al piano terra e al piano interrato di Palazzo Mazara, concessi in locazione al Comune venti anni fa. Nell’era Ranalli l’ente comunicava la disdetta del contratto e la disponibilità a rilascio dell’immobile dal primo gennaio 2015 ma sono passati oltre quattro anni senza che il locale sia stato sgomberato. Stanco di continui e ripetuti solleciti agli uffici comunali di Palazzo San Francesco, il sulmonese lancia l’ultimatum prima di adire le vie legali. Il Comune di Sulmona, con nota del 31 ottobre 2014, ha comunicato la formale disdetta del contratto numero 3531 del 18 giugno 1999 e nonostante i reiterati solleciti sia verbali che scritti, ad oggi i locali sono ancora indebitamente occupati dal Comune di Sulmona senza atti amministrativi che consentano la prosecuzione del rapporto per il contestuale impegno di spesa. Il 29 aprile 2015 fu la Dirigente del primo settore, Filomena Sorrentino, a riconoscere che si deve dedurre che “le annunciate programmate attese attività di smantellamento dei locali archivio previa individuazione di altra sede idonea non abbia avuto corso con conseguenti riflessi non solo giuridici ma soprattutto economici”. Da qui la serie di solleciti legali che l’avvocato del foro di Sulmona Catia Puglielli, legale di fiducia del 66 enne, ha notificato a Palazzo San Francesco. “Nonostante il rilascio dell’immobile fosse stato garantito a partire dal primo gennaio 2015 il mio cliente è stato privato della possibilità di utilizzare l’immobile in questione con ovvio e consequenziale pregiudizio economico”- rileva la Puglielli che ha intimato il rilascio del locale e il pagamento delle spese a titolo di risarcimento del danno. Le somme sono state allocate in bilancio ma nulla è stato comunicato in quanto a tempi e modalità di riconsegna del locale. “Ho parlato anche con l’ufficio legale per individuare una soluzione dal momento che abbiamo deciso di non andare a giudizio proprio per non gravare sulle tasche della collettività ma, dopo ripetuti solleciti, la strada obbligata è proprio quella di adire le vie legali se il Comune non fornirà immediate rassicurazioni”- conclude l’avvocato Puglielli. Lo stesso sulmonese si è detto stanco di aspettare.

Andrea D’Aurelio

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