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SULMONA – Dalla sera alla mattina bisogna cambiare metodo e impostazione. L’effetto del decreto sulle scuole secondarie di secondo grado è stato imbarazzante. Solo alle 19 di ieri sera è arrivata la nota del Ministero che, per il tramite del Capo Dipartimento Marco Bruschi, ha avvisato i dirigenti scolastici che le misure del decreto, che decorrono dalla scorsa mezzanotte, valgono nell’immediatezza per tutte le scuole superiori, senza dover attendere una comunicazione specifica da Asl o Regione. Un sistema, quello approntato dal governo, che si scontra con tutti gli sforzi profusi dalle scuole in questi giorni, ovvero il mantenimento della didattica in presenza in versione super sicura, con mascherine e distanze. I contagi legati all’ambiente scolastico fanno infatti riferimento alla sfera familiare dei positivi e non alla scuola. A cosa è servito lo sforzo? Fatto sta che il disagio di riorganizzare corsi e lezioni si è percepito nettamente con l’ovvio imbarazzo da parte dei dirigenti. A Castel Di Sangro e al Polo “Fermi” di Sulmona si torna in classe in presenza in attesa di nuove comunicazioni mentre nel Polo “Ovidio”, in attesa del nuovo modello organizzativo, si torna oggi alla didattica a distanza. In Abruzzo intanto si sta cercando di garantire le stesse condizioni per tutti per questo il Presidente Marco Marsilio ha comunicato ieri ai sindaci di voler estendere la didattica a distanza. “Unica restrizione aggiuntiva sarà l’estensione della didattica a distanza per le nostre scuole superiori fino al 100% con ordinanza del Presidente che firmerà nei prossimi giorni”- fa sapere il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, che ha chiesto intanto alla Regione il potenziamento della rete Covid, l’adeguamento del pronto soccorso, un maggior coinvolgimento dei medici di famiglia e dei pediatri.

Andrea D’Aurelio

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