L’AQUILA – Erano finiti sotto processo per il pestaggio nella villa ma manca la querela. Così la Corte d’Appello dell’Aquila ha prosciolto M.D.R. e L.D.R., i due imputati che in primo grado avevano incassato la condanna ad otto mesi di reclusione. A salvarli è stata la riforma Cartabia. I fatti risalgono al 24 Aprile 2017 quando, presso la villa di uno degli imputati, la vittima subì una violenta aggressione causata dal venir meno di un accordo relativo ad una prestazione lavorativa come deejay. Il malcapitato rimediò 40 giorni di prognosi tant’è che si rese necessario il trasporto presso il reparto maxillo facciale dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. A causa della violenta aggressione il deejay perse pure un dente tanto da rimediare un’invalidità permanente. Il personale della Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona, coordinata all’epoca dei fatti dal Sostituto Commissario, Daniele L’Erario, raccolse tutti gli indizi di colpevolezza nei confronti degli imputati anche mediante la captazione di un video postato su facebook da parte di uno dei due che ritraeva la serata danzante e le persone coinvolte nella vicenda. Tuttavia dal momento che la vittima non presentò querela, i giudici aquilani hanno pronunciato la sentenza di non doversi procedere, le cui motivazioni sono state rese note recentemente. Mancano le condizioni di procedibilità. In primo grado le difese degli imputati avevano spiegato che la ricostruzione degli inquirenti non era poi così solida per sostenere l’accusa, dal momento che la vittima dopo otto giorni di degenza sarebbe tornata ad esercitare il proprio lavoro. Una tesi che all’epoca non bastò per evitare la condanna. Vicenda, che pure ha dell’incredibile, è stata chiusa in appello.