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SULMONA- “Ci aspettiamo un ravvedimento operoso dei sei sindaci mirato al recupero dello strappo operato e alla costruzione di una strategia comune di rilancio del Cogesa. In tal senso, al dott. Gerardini, professionista di esperienza e di indubbia imparzialità, chiediamo di mettere a disposizione la propria carica per il bene della società e per ripristinare un percorso di legittimità inattaccabile”. È un passaggio del documento trasversale firmato da 41 sindaci del territorio (51 per cento del capitale sociale) all’indomani della revoca del Cda del Cogesa e della nomina dell’amministratore unico a tempo. Nel documento si chiede di fare un passo indietro per un rilancio plurale della partecipata ma su esprimono anche forti perplessità sui futuri affidamenti in house dei servizi, vista la sollevata violazione del regolamento. Di seguito il testo integrale: “Nella qualità di sindaci ed amministratori di questo territorio non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra concreta ed attuale preoccupazione sulle vicende che negli ultimi giorni hanno riguardato il Cogesa SpA, ossia una delle più importanti società pubbliche della nostra regione. Ci riferiamo in particolar modo al metodo con cui si è giunti alla nomina della nuova governance determinata da una assemblea dei soci ridotta al 30% delle quote, in assenza del quorum assembleare previsto dallo Statuto. E non è tutto. Il nuovo amministratore, infatti, risulta nominato da soli 6 sindaci, i quali costituiscono una netta minoranza rispetto ai 66 di cui è composta la compagine sociale. L’anomalia della decisione si manifesta allorché da un lato si è affermata la necessità di rilanciare l’Azienda e dall’altra si è proceduto ad escludere la stragrande maggioranza delle amministrazioni, alle quali si poteva senz’altro chiedere uno sforzo per la costruzione di una strategia comune. Del resto tutti ci aspettavamo che nel rinnovo della governance si sarebbe osservato un contegno istituzionale tale da dare corso ad un’azione improntata alla coesione, scevra da questioni politiche e basata quantomeno su un metodo democratico. Ma v’è di più. Appaiono senz’altro fondati i dubbi di legittimità che gravano sulle determinazioni dell’assemblea assunte senza il preventivo parere del controllo analogo che avrebbe dovuto precedere l’esame degli argomenti posti all’ordine del giorno. È di tutta evidenza che questa violazione formale del regolamento per il controllo analogo, rischia di rendere illegittimi i futuri affidamenti in house del servizio da parte dei Comuni, con gravi ripercussioni sia sul futuro della società che sulla responsabilità erariale degli Enti affidanti. Alla luce di questo, in qualità di amministratori, se questo stato di cose dovesse permanere, saremo costretti, nostro malgrado e per evitare di essere esposti al rischio di ricorsi da parte dei privati, ad affidarci all’Agir per le gare ponte. Questa circostanza rischierebbe di far perdere decine di servizi al Cogesa Spa a danno della società e delle maestranze tutte.
Pertanto, difronte a quanto accaduto ci aspettiamo un ravvedimento operoso dei sei sindaci mirato al recupero dello strappo operato e alla costruzione di una strategia comune di rilancio del COGESA. In tal senso, al dott. Gerardini, professionista di esperienza e di indubbia imparzialità, chiediamo di mettere a disposizione la propria carica per il bene della società e per ripristinare un percorso di legittimità inattaccabile. Ciò al fine di permettere la convocazione di un Comitato per il Controllo Analogo, che possa compiutamente esprimere l’ineluttabile parere previsto dalle norme, e la ricostituzione di una maggioranza finalizzata a costruire una strategia di rilancio del Cogesa e a determinare il nuovo sistema di governance. Il nostro unico obiettivo è quello di lavorare per il rilancio della società riaffermando il giusto equilibrio e ricostituendo la necessaria unità di intenti del territorio”.

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