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SULMONA. Hanno chiesto la sospensione dei termini i cinque indagati per i miasmi alla discarica di Noce Mattei del Cogesa, chiamati ad adempiere entro 180 giorni ad alcune prescrizioni per far rientrate il sito nei parametri stabiliti dalla legge. I vertici dell’azienda hanno chiamato in causa l’Arta sulle stesse criticità messe nero su bianco dai carabinieri forestali. Per cui dal Cogesa stanno aspettando risposte precise dalla Regione sugli interventi da adottare e sulla tempistica degli stessi. Per questo i legali dei cinque hanno chiesto a procura e forestali di differire la scadenza dei termini o comunque sospendere la procedura in attesa di delucidazioni da Arta e Regione, soprattutto di carattere tecnico. Nel dettaglio i forestali, che hanno effettuato indagini mirate dopo l’esposto del vice sindaco, Sergio Berardi, hanno rilevato che “i cassoni scarrabili contenenti la frazione organica del rifiuto solido risultavano sempre aperti tanto è che si è concentrata la presenza di colaticci e liquidi di percolazione”. Il Cogesa dovrà quindi mantenere pulite le aree esterne, coprire i cassoni e adottare tutti gli accorgimenti per ridurre l’impatto olfattivo. E’ stato inoltre rilevato lo “stoccaggio dei rifiuti in materiali misti, carta e cartone, vetro, verde, legno, terriccio all’esterno degli stalli autorizzati”. Al Cogesa è stato quindi ordinato di rientrare nei ranghi. Secondo i forestali, infine, il corpo della discarica non viene adeguatamente ricoperto con la frazione organica stabile. Per questo la società- hanno scritto i forestali- “dovrà assicurare constantemente la corretta e uniforme copertura giornaliera della discarica in coltivazione”. Per consentire lo svolgimento degli accertamenti sono stati iscritti nel fascicolo della procura i tre ex componenti del consiglio d’amministrazione, il responsabile tecnico della partecipata e il responsabile dell’impianto Tmb (trattamento meccanico biologico). Tuttavia, chiariscono i legali, che si tratta di prescrizioni di natura tecnica che consentono di estinguere il reato non appena verranno svolti gli interventi richiesti e con l’oblazione.

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