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RAIANO – Era finito fuori strada sulla provinciale 9, in direzione Raiano, a bordo di un furgone carico di materiale edile, finendo in una scarpata. Un tragico incidente stradale che spinse i medici a ricoverarlo nell’ospedale di Ancona, facendo ricorso alla terapia intensiva. In coma per i politraumi riportati, morì dopo due lunghissimi anni. La triste vicenda di Eghair Abderrazak è finita ieri davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, che ha formalmente aperto il procedimento penale per l’omicidio colposo del lavoratore che all’epoca dei fatti, il 5 settembre 2014, stava operando con una ditta impegnata nella ricostruzione post sisma a Castelvecchio Subequo. Il decesso si verificò nel 2016. Sul banco degli imputati sono finiti E.S., il conducente del mezzo nonchè dipendente della stessa ditta, K. P. amministratore unico e proprietaria del furgone e L.D.P., responsabile del servizio di prevenzione e protezione della società. Secondo l’accusa il conducente avrebbe percorso la provinciale su un tratto caratterizzato da una pendenza pari al 13 per cento e con sovraccarico superiore al consentito di almeno 2500 kg. Lo stesso non sarebbe riuscito a completare correttamente una curva e ad effettuare le manovre richieste in condizioni di sicurezza a causa del surriscaldamento dei freni. Il veicolo si ribaltò più volte. All’amministratore unico la Procura ha contestato di non aver fornito adeguata formazione e informazione sulle normative di sicurezza e sulle misure di prevenzione e protezione. Mentre il responsabile dell’apposito servizio, sempre secondo l’imputazione, non avrebbe provveduto all’individuazione dei fattori di rischio e non avrebbe proposto programmi di formazione e informazione. Tutte contestazioni che gli avvocati difensori intendono confutare nel merito. Davanti al giudice hanno sfilato come testi il militare che si occupò delle indagini, il medico legale e il perito che, secondo la difesa, avrebbe operato una ricostruzione non proprio chiara. Per gli imputati l’accusa resta pesante dal momento che l’operaio di origine nordafricana, come emerso dalla documentazione medica, morì a causa delle gravi ferite riportate dall’incidente. Due anni di agonia. Poi il suo cuore cessò di battere. La storia terribile finisce ora sui tavoli della giustizia.

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