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PRATOLA PELIGNA – Troppa ingiustizia per alcune attività. È questo il senso della lettera che il sindaco di Pratola Peligna, Antonella Di Nino, ha scritto al premier Giuseppe Conte, a poche ore dal varo dell’ultimo decreto che avrà efficacia da domani. Uno sfogo a tutto campo che interpreta le istanze di una popolazione per certi versi divisa e in difficoltà. Di seguito riportiamo la lettera: “Mi sento una donna delle Istituzioni e come tale ho da sempre avuto grande rispetto istituzionale verso tutte le cariche e questo indipendentemente dalla appartenenza.
Amministrare è un lavoro duro e molto spesso i dubbi nelle scelte assalgono e tolgono serenità e sonno. Figuriamoci se non si può comprendere cosa sta attraversando Lei nell’affrontare questa pandemia. Da me come Sindaco non ci sarà mai un giudizio politico sull’operato odierno. Il momento politico arriverà e sarà la democrazia a determinarne la sua approvazione o meno. Da quando il Suo Governo ha iniziato ad emanare DPCM io mi sono sempre spesa per portarli a conoscenza della mia comunità e affinché agli stessi venisse portato rispetto.
E questo anche quando, mi sia però consentito di dirlo, abbiamo dovuto interpretare norme che apparivano tutt’altro che comprensibili. I Sindaci hanno sempre provato a fare del loro meglio. Con i loro poteri assolutamente limitati, con i loro mezzi esigui se non inesistenti. Addirittura in alcuni casi abbiamo anche anticipato provvedimenti del Governo, come nel caso del mio Comune, quello di esenzione dei tributi di spettanza comunale nel periodo di lockdown. Siamo e continuiamo ad essere il punto di riferimento dei nostri concittadini tutti, dai dipendenti alle partite iva. E cerchiamo di infondere fiducia e di dare sempre risposte puntuali, molte volte col dubbio di sbagliare visti i meandri delle norme non sempre chiare. Da me non è mai arrivata una parola fuori posto verso nessuno perché affrontare una pandemia credo che sia quanto di più difficile ci sia, ad ogni livello governativo.
Figuriamoci se non si comprende che il Suo è certamente il più difficile. Però oggi non riesco a non stigmatizzare l’ultimo Suo DPCM. Certamente lo rispetterò, come sempre.
Ma quanta ingiustizia c’è verso alcune attività oggetto proprio del DPCM di oggi che a stento avevano provato a riprendersi investendo tantissimo in misure di prevenzione e sicurezza. Sono entrata in questi ultimi mesi in ristoranti che avevano regolarmente i registri compilati, che misuravano la febbre, che avevano molti meno tavoli e tutti distanziati, che rifiutavano prenotazioni perché si sono attenuti alle regole , che avevano igienizzanti ovunque. E lo stesso nei bar e nelle pasticcerie. Andavano chiusi i locali che non si erano adeguati e con qualche controllo in più certamente avrebbero pagato solo quelli che non si erano voluti adeguare e non tutti indistintamente.Così come il sistema sanzionatorio andava sinanche inasprito verso quei cittadini che noncuranti delle regole basilari che da inizio anno conosciamo, hanno messo a rischio salute ed economia. Per non parlare delle palestre nella mia comunità che hanno riniziato a lavorare nella massima sicurezza cercando di far fronte, anche a brutto muso, a qualche sporadico cliente che non voleva adattarsi e che non hanno esitato a mandare via.
Scrupolosi, attenti senza mai perdere la forza e la speranza. Così anche per i teatri e le sale cinema e giochi dove dietro c’e’ un altro mondo di lavoratori. E sono certa che questa chiusura formale delle attività menzionate avrà i suoi effetti sostanziali anche su quelle attività formalmente aperte ma che già si stanno spegnendo come, mi viene da pensare, le attività commerciali nel settore del vestiario. Ed è da queste attività che oggi raccolgo il grido di dolore (non più d’allarme …… perché in allarme ormai viviamo da troppo tempo, anche da prima della pandemia vista la grave crisi strutturale che stiamo vivendo).
Troppa ingiustizia nei loro confronti.
Ieri pomeriggio il Presidente della Conferenza delle Regioni Le ha inviato una comunicazione chiedendoLe di mitigare le misure verso queste categorie che probabilmente non sono la causa di questa nuova curva che non vuole tornare giù.
Ed onestamente ci abbiamo sperato che almeno Lei, non i Suoi Ministri, ma almeno Lei Presidente potesse rifletterci prima di firmare. Oggi sentire che PD e M5 stelle esprime soddisfazione per questo nuovo DPCM mette molta tristezza e mi chiedo : ma di cosa sono soddisfatti ?
Almeno un po’ di decenza nell’esprimere certi giudizi perché ci sono categorie che oggi più di ieri stanno piangendo.
E perché oggi più di ieri vorrei tanto chiedere a Lei ed i suoi Ministri : ma una direzione ce l’abbiamo ? L’avete individuata ? Speriamo che tutto finisca presto e da primo cittadino di una comunità molto devota alla sua Madonna, oggi più di ieri mi viene da pregare affinché ci aiuti anche la Madonna della Libera ad uscire da questo incubo”. (a.d’.a.)

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