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“In Abruzzo esistono varie tipologie di tartufo che possono essere usate con funzione di completamento o come ingrediente dominante, in ogni caso il tartufo ha un sapore molto delicato, e deve essere valorizzato, interpretato. Per noi allievi questa importante fiera rappresenta un’occasione preziosa di conoscenza e crescita”. Ad affermarlo è Fabio Cirillo, studente della scuola alberghiera Da Vinci-Colecchi dell’Aquila, 17 anni, napoletano.

Alla Fiera internazionale dei tartufi d’Abruzzo al parco del Castello all’Aquila non sono stati protagonisti solo importanti chef nazionali ed internazionali come la teramana Flora Merucci, il siciliano di stanza a Dubai Alessandro Miceli, l’aquilano e stellato William Zonfa, e il siciliano Anthony Andaloro, non vedente, ma anche tante studentesse e studenti delle scuole alberghiere e agrarie abruzzesi​: ​oltre al Da Vinci​-​Colecchi dell’Aquila, l’Iss Serpieri di Avezzano, l’Adone Zolli di Atri, il Di Poppa​-​Rozzi di Teramo, il Ridolfi-Zimarino di Casalbordino. 

Per i numerosi studenti che sono intervenuti alla tre giorni che si è conclusa ieri, è stata l’occasione di una full immersion di formazione e di una importante esperienza vicino a chef titolati. 

Aggiunge Asia Coletti, studentessa dell’Aquila del Da Vinci – Colecchi, altra protagonista della tre giorni: “Il tartufo a casa mia è una presenza costante, perché mio padre è un cavatore appassionato, e per me rappresenta una materia prima ideale per mettere alla prova la mia creatività. Sono certamente possibili molti abbinamenti, ma il mio preferito resta uno dei classici, con pappardelle e ragù bianco di cinghiale”.

Gli allievi delle scuole alberghiere hanno realizzato degustazioni a base di tartufo, abbinandolo ai mugnoli, un tipo di cicoria selvatica, a cioccolato aromatizzato al rum, inoltre in collaborazione con l’Istituto agrario dell’Aquila, hanno realizzato vari abbinamenti con formaggi tipici.

A coordinare la presenza della scuola alberghiera alla Fiera, Remigio Acciari, docente di cucina: “La fiera del tartufo dell’Aquila è anche dal punto di vista didattico e conoscitivo un momento prezioso di crescita. I ragazzi sono stati entusiasti. Condividiamo l’obiettivo di promuovere e affermare nel mondo il nostro straordinario tartufo, ma occorre, per ottenere questo risultato, anche creare sul territorio professionalità che siano in grado in cucina di interpretarlo al meglio”.

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