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SULMONA – “Non trasformiamo le vacanze in qualcosa di negativo ma manteniamo prudenze e distanza”. E’ l’appello che arriva a giovani e non dall’infettivologo, Alessandro Grimaldi, primario del reparto malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, in vista dell’estate delle riaperture e delle uscite fuori porta con tanto di green pass alla mano. Un monito lanciato dopo alcuni mesi di studio e approfondimento sui post o long Covid, ovvero quella categoria di pazienti che continuano a manifestare sintomi dopo la guarigione dal Coronavirus. Grimaldi spiega che per l’80 per cento dei pazienti i sintomi persistono entro i primi tre mesi. Si parla in questo caso di post Covid. L’altro 20 per cento è riservato ai casi più particolari, ovvero ai long Covid. “Anche giovani e adolescenti che non hanno avuto una malattia grave hanno manifestato postumi del Covid, ovvero il calo di apprendimento, concentrazione e performance intellettive come è accaduto a una studentessa recentemente. Per questo dobbiamo mantenere le regole per arrivare a una situazione più tranquilla quando la gran parte della popolazione sarà vaccinata”- osserva il primario. I postumi più comuni dell’esercito dei “guariti sulla carta”, più o meno lunghi, si possono così classificare: dolore toracico, fiato corto, anosmia o cacosmia, disturbi alla vista, sindrome ansioso-depressiva e annebbiamento della mente. Nei casi più gravi si arriva alla fibrosi cardiaca o polmonare. Per l’infettivologo, nonostante le indicazioni dell’Oms, è necessario continuare ad indossare la mascherina anche all’aperto e negli ambienti affollati, fino al raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge. Quanto ai rari casi di positività dopo la seconda dose del vaccino, come avvenuto nei giorni scorsi per un agente penitenziario, Grimaldi ricorda che “il vaccino non è una barriera impenetrabile per il virus” ma nel suo reparto nessun paziente positivo e vaccinato è stato preso in carico. Questo vuol dire che l’efficacia del vaccino evita i ricoveri o comunque una sintomatologia più grave. Solo per alcuni casi, come quello di un 88 enne di Pratola, si è deciso il ricovero a titolo precauzionale in Medicina Covid visto il quadro clinico pregresso. Grimaldi lancia infine la sfida della “vaccinazione in vacanza” anche se- conclude- “richiede uno sforzo organizzativo non indifferente”. Per il primario come del resto per Figluolo sarebbe auspicabile vaccinarsi prima di partire per le vacanze anche se creare hub vaccinali per turisti in provincia non sarebbe una cattiva idea vista la frontiera del turismo lento e la vocazione di un intero territorio. Ma il sistema già fa fatica a reggere il ritmo.

Andrea D’Aurelio

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