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Avrebbero trascorso la notte insieme per consumare poi un rapporto sessuale ma lei, una giovanissima di 16 anni, era sotto effetto dell’alcol. La Procura della Repubblica di Sulmona ha chiesto il processo per un 46 enne residente in Valle Peligna accusato di violenza sessuale. L’uomo, difeso dall’avvocato Stefano Michelangelo, è comparso ieri davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Guendalina Buccella. I fatti risalgono all’agosto del 2020. Stando alla denuncia della ragazza si è appreso che i due avrebbero trascorso la notte insieme in un’abitazione della sorella del 44 enne. In quella occasione ci sarebbe stato un rapporto sessuale. La mattina dopo si sarebbero salutati e ognuno è tornato alla sua vita ma la ragazza, profondamente turbata da quell’episodio, ha raccontato tutto ai genitori. Si è fatta quindi refertare presso il pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona per tutti gli esami e gli accertamenti del caso per poi presentarsi in Commissariato per depositare formale denuncia . E’ stato quindi accertato, in base alle analisi, che la giovanissima era sotto effetto dell’alcol. Si è aperta a quel punto l’indagine, curata da Polizia e Procura, che ha portato a sentire anche alcuni testi, ovvero le persone presenti nell’abitazione quella notte, per poi arrivare all’incidente probatorio svolto a novembre dello stesso anno al fine di cristallizzare tutti gli elementi raccolti. In quella sede la ragazza, assistita dall’avvocato Uberto Di Pillo, ha confermato sostanzialmente quanto denunciato, svelando una serie di particolari legati all’atto sessuale e spiegando di essere rimasta inibita e immobilizzata quella sera nel corso del rapporto, una reazione comune a detta degli esperti. La sua versione peraltro è stata considerata attendibile all’esito delle operazioni peritali svolte. Inoltre sono stati esperiti accertamenti specifici anche in ordine agli indumenti indossati. L’imputato dal canto suo ha rigettato tutte le accuse, chiarendo di non aver usato violenza e soprattutto che la ragazza sarebbe stata consenziente. Al giudice il compito di fare chiarezza o almeno in questa fase di valutare se la pesante accusa è solida per essere sostenuta in giudizio. Dopo il rinvio per un mero difetto di notifica, l’udienza preliminare è stata aggiornata al prossimo marzo. Intanto i genitori della persona offesa, esercitando sulla minore la patria potestà, hanno dato mandato all’avvocato Di Pillo per la costituzione di parte civile ai fini del risarcimento del danno.

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