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SULMONA – E’ stato un “secondo” ultimo viaggio quello del macellaio di Sulmona, Maurizio Corazzini, morto lo scorso 20 novembre per le complicazioni di una colonscopia. Oggi è stato il giorno dell’autopsia eseguita nell’obitorio del cimitero di Chieti. La salma del macellaio è stata riesumata alle sette di questa mattina, presso il campo santo di Sulmona dove è tumulata, dopo l’ok arrivato dalla Procura della Repubblica di Pescara che indaga per omicidio colposo. Alle undici in punto la salma è stata quindi portata con il carro funebre al cimitero di Chieti per l’esame autoptico che si è reso necessario alla luce dell’inchiesta avviata dalla magistratura. Erano presenti i due periti nominati dalla Procura oltre a quelli di parte. Gli anatomopatologi, Sara Sablone e Onofrio Caputi Ianbrenghi, dopo aver effettuato tutti i prelievi del caso trattandosi di un accertamento irripetibile, si sono presi sessanta giorni di tempo per ricostruire l’intero quadro clinico del macellaio e confrontare l’esito dell’autopsia con l’ipotesi di reato per omicidio colposo. Sul registro degli indagati il Procuratore della Repubblica di Pescara, Marina Tommolini, ha iscritto il medico M.B. che ha eseguito la colonscopia nell’ospedale di Popoli lo scorso 18 novembre. Fra due mesi quindi le risultanze dei prelievi potranno confermare o meno l’accusa. Corazzini lo scorso mese si era quindi recato nel nosocomio popolese per un banale intervento. Tutto era filato liscio fino a quando i forti dolori dovuti alle complicanze dell’intervento hanno portato i sanitari a disporre il trasferimento d’urgenza all’ospedale di Pescara dove è morto poco dopo. Il decesso per setticemia, stando al capo d’imputazione, potrebbe essere collegato alla perforazione dell’intestino, il fuori programma che sarebbe subentrato dopo l’operazione, ancora da accertare. Inizialmente non era stato chiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria ma poi, subito dopo le esequie, è scattata la denuncia che ha portato la Procura a disporre la riesumazione della salma per l’autopsia e per far luce su una morte che ha gettato tutti nello sconforto.

Andrea D’Aurelio

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