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foto Paolo Giovanni D’Amato SULMONA – Che fine ha fatto Sulmona? In molti se lo chiedono a metà della fase due di campagna elettorale, quella tra il primo e il secondo turno. Sette giorni che, al di là delle analisi politiche e delle singole scelte, segnano un precedente storico per la città: nessun incontro con gli elettori, nessun fermento per i cosiddetti “tempi supplementari” in vista del ballottaggio, nessuna lotta all’ultimo voto e all’ultimo comizio. Nemmeno nel 2013, quando la campagna elettorale fu segnata da un grave lutto, si respirava questo clima strano, tra tensione e rassegnazione. Un mix di negatività e nervosismo che altro non fa che confondere le idee all’uomo di strada. Il sulmonese di corso Ovidio o della zona peep continua a chiedersi che sorte toccherà a Sulmona. La politica che nel primo turno si è ripresa la piazza, negli ultimi sette giorni nemmeno ci è passata in piazza. Una cosa deve essere chiara: la campagna elettorale non è finita e domenica prossima si andrà al ballottaggio. Da un parte ci sarà Gianfranco Di Piero con la sua Liberamente Sulmona che ha fatto registrare un risultano buono e inaspettato. Una coalizione indubbiamente in crescita rispetto ai primi scampoli di campagna elettorale. Ma è proprio la scelta del candidato sindaco che ha fatto la differenza. Poi c’è Sulmona protagonista che ha perso, non sulla carta ma nella sostanza, il suo leader (Andrea Gerosolimo) che l’altro giorno in un lungo comunicato ha dichiarato chiusa la sua campagna elettorale dopo il “no grazie” del centrodestra. Il suo nome sulla scheda elettorale comparirà lo stesso come pure l’esercito di candidati va avanti nelle attività. Perché in fondo alla storia del ritiro vero e proprio in pochi ci avevano creduto. E’ indubbiamente una situazione anomala, soprattutto per gli elettori, per la competizione in se e per le istituzioni che vanno rispettate fino alla fine. In quest’ultima settimana di campagna elettorale, o meglio fino al prossimo venerdì, ci si aspetta che i vari schieramenti rinfreschino la memoria ai sulmonesi sui progetti e le proposte concrete di rilancio della città e del territorio. C’è forse bisogno di ritornare in quella piazza dove circola l’uomo strada, lo stesso che nel mantra del dialetto sulmonese si chiede “che sta a succede”, per spiegargli innanzitutto che bisogna andare a votare  e poi scambiarci anche due parole. D’altronde come operatori dell’informazione, più impegnati nelle strade della quotidianità che dietro un pc, ci sentiamo di rilevare una generale sensazione che appare come una ovvietà. Senza dare lezioni a nessuno né essere amici dell’uno o dell’altro. (a.d’.a.)

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