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SULMONA – Per usufruire del servizio sanitario nazionale, senza costi eccessivi, ha dovuto lottare e non poco. Ma alla fine il Tribunale gli ha dato ragione. Protagonista della vicenda è il sulmonese S.T. che aveva intentato la causa contro Asl e Inps dopo il mancato riconoscimento dell’invalidità civile, almeno per la soglia consentita dalla legge che dà diritto all’esenzione ticket. L’altro giorno è stata la stessa Asl, con deliberazione del Direttore Generale Roberto Testa numero 1094 del 25 giugno, a dare mandato agli uffici preposti per liquidare la somma all’avvocato del foro di Sulmona, Fabio Liberatore, che ha curato il ricorso di S.T. Il Tribunale di Sulmona, con sentenza emessa lo scorso 2 marzo, ha accolto il ricorso presentato dall’invalido e ha condannato l’azienda sanitaria alla refusione delle spese di lite. Ma andiamo con ordine. Il caso di specie riguarda il riconoscimento dell’invalidità civile per l’ottenimento dell’esenzione ticket. Un privilegio che negli ultimi tempi viene concesso con equilibrio tant’è che non sono pochi gli utenti che intentano la causa contro Inps e Asl per far valere i loro diritti. Il ricorso ha avuto quindi ad oggetto il riconoscimento di una percentuale invalidante che se riconosciuta avrebbe dato diritto all’uomo di godere dell’esenzione ticket sanitario qualora la riduzione della capacità lavorativa risulti superiore ai 2/3 dal 67 al 99 per cento. La causa ha visto come resistenti l’Asl e l’Inps. Quest’ultimo aveva riconosciuto una percentuale invalidante inferiore al 67% (percentuale ridotta a seguito di revisione). Il giudice onorario Anna Maria De Sanctis ha disposto una consulenza d’ufficio che poi ha accertato una percentuale invalidante tale da consentire a S.T. di godere del beneficio richiesto dal ricorrente. Il giudice ha quindi definito il giudizio con la sentenza ed ha condannato la Asl al pagamento delle spese di lite e ctu, accogliendo il ricorso presentato dal sulmonese. Quello dell’invalidità civile è un argomento che tiene banco sui tavoli della sanità e della giustizia. Alle “vertenze” ordinarie, nell’ultimo periodo, si sono aggiunti anche i disagi legati all’emergenza pandemica che hanno bloccato le pratiche per il riconoscimento dell’invalidità con tutte le conseguenze del caso in termini di benefici, lavoro e salute.

Andrea D’Aurelio

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