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SULMONA – Un milione di euro per l’ipotesi di concorrenza sleale. E’ il maxi risarcimento chiesto dalla Casa Funeraria Caliendo Celestial alle due Confraternite cittadine. Nulla di nuovo sotto al sole rispetto alla storia già nota e balzata alle cronache. Come riferito il 28 dicembre dello scorso anno https://www.ondatv.tv/cronaca/processo-confraternite-senza-urgenza-ricorso-respinto-ma-resta-in-piedi-la-concorrenza/ gli imprenditori della Casa Funeraria avevano presentato un ricorso ex art. 700,  respinto dal Tribunale per la mancanza del presupposto dell’urgenza. La presunta concorrenza sleale è rimasta in piedi tant’è che l’avvocato, Armando Valeri, ha citato in giudizio le due Confraternite che il prossimo febbraio torneranno davanti al giudice. In quella sede si entrerà nel merito della questione con  la richiesta di un maxi risarcimento da capogiro.  La Casa Funeraria contesta ai sodalizi l’esercizio del doppio ruolo di gestore di servizi cimiteriali e attività di onoranze funebri, in contrasto tanto con la normativa regionale di riferimento che con le disposizioni Antitrust. Per gli imprenditori Caliendo e Salutari, il contestuale svolgimento di attività funebre e di gestione cimiteriale, risulta non solo illegittimo, in quanto realizzato in violazione di norma imperativa di legge, ma altresì suscettibile di integrare i presupposti di una condotta di concorrenza sleale. Cose dell’altro mondo verrebbe da dire. Secondo i legali delle Confraternite, che si erano già espressi al riguardo, non si configura alcuna concorrenza sleale. Al Tribunale civile l’arduo compito di tirare le somme. (a.d’.a.)

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