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SULMONA – Non ha alcuna intenzione di restare a guardare o aspettare la prima mossa dei suoi colleghi. A “sfidare” minoranza e maggioranza consiliare di Palazzo San Francesco è la consigliera comunale non iscritti, Elisabetta Bianchi, che si sta attivando per chiedere un Consiglio comunale straordinario sulla situazione politico-amministrativa del Comune di Sulmona. La Bianchi si è presa la briga di preparare la mozione di sfiducia al sindaco, Annamaria Casini, dopo le dichiarazioni del consigliere comunale Bruno Di Masci che ieri, in una nostra intervista, è tornato il “capo dell’opposizione”. Per chiedere un Consiglio straordinario, con la mozione di sfiducia all’ordine del giorno, la Bianchi dovrà ottenere l’appoggio di almeno quattro consiglieri mentre per l’approvazione se ne servono nove, vale a dire la maggioranza assoluta. Al di là dei numeri, quella della Bianchi è una mossa che mira a fare uscire allo scoperto i suoi colleghi di Palazzo San Francesco. “Il mio intento è quello di tradurre in atti quanto è venuto fuori nella scorsa seduta del Consiglio Comunale. Perché la discussione sulla situazione politico-amministrativa deve essere incardinata in un atto”- incalza la consigliera che, nell’ultimo periodo, è diventata la minoranza della minoranza. “Sono convinta che quella che si è innescata non è una crisi o quantomeno non lo è per il sindaco che ha modo di rilanciare le sue prerogative personali”- ribadisce la Bianchi che ha iniziato il suo giro di telefonate. Quell’intervento di Di Masci, dallo scranno più alto di Palazzo San Francesco, non è passato inosservato. Come pure non è passata inosservata la nostra intervista, attraverso la quale, l’ex sindaco di Sulmona fa un passo indietro e si definisce “capo dell’opposizione”. Solo nelle prossime ore si vedrà se la proposta-provocazione della Bianchi avrà un seguito mentre gli altri sei della minoranza non ci stanno a far passare Di Masci per il “capo”. Chiedono quindi alla maggioranza consiliare di certificare il venir meno delle condizioni per proseguire il progetto amministrativo e sfiduciare il sindaco, continuando a chiedersi il perché di una crisi improvvisa, da molti associata alle gestione delle assunzioni anche se per qualcuno si tratta solo di pettegolezzo. Si cominciano a delineare gli scenari di approdo dell’ennesima crisi politica. Il primo è quello tracciato dalla Bianchi che, sempre se ci riuscirà, intende mettere ai voti la mozione di sfiducia e chiedere al Consiglio di esprimersi apertamente sul destino dell’era Casini. Il secondo è quelle delle dimissioni contestuali di nove consiglieri comunali che, semmai arriveranno, potrebbero sciogliere il Consiglio Comunale entro la data del 21 febbraio per evitare un lungo commissariamento. Nelle ultime ore il toto-date è in continua evoluzione. Dal 20 dicembre, termine deciso alla vigilia del Consiglio, si è passati al 26 gennaio. Perché non sarebbe ancora tutto pronto per affrontare la competizione elettorale. Il terzo scenario, che pure è da prendere in considerazione, vede un sindaco “sovrano” a Palazzo San Francesco. Nel senso che la Casini potrebbe nominare una Giunta a “sua immagine” per continuare a traghettare la città fino alla prossima primavera quando si dovrà affrontare lo scoglio del bilancio. Tutte ipotesi che mettono al centro le scelte dei singoli protagonisti ma lasciano ai margini il futuro della città, dell’amata Sulmona, almeno a parole.

Andrea D’Aurelio

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