banner
banner

SULMONA – “E’ possibile che ci sia una matrice comune nei vari incendi che sono stati appiccati”. Parla il Procuratore Capo della Repubblica di Sulmona Giuseppe Bellelli sull’incendio che da domenica scorsa è divampato sul Morrone. La Procura ha aperto un fascicolo per disastro ambientale e proprio ieri i Carabinieri Forestali hanno consegnato i quattro inneschi recuperati sul Morrone. Il Procuratore non esclude nulla, nemmeno che ci sia un’unica mano dietro tutti i roghi. Permane il mistero invece sul materiale utilizzato per gli inneschi. Bellelli sceglie la strada del riserbo per “raccogliere tutti i dati conoscitivi” e procedere con le indagini. “Stiamo valutando se altre cose ritrovate possano essere ricondotte a degli inneschi, ma le indagini sono in corso e al momento non possiamo dire di più, se non che la mano potrebbe essere stata unica, nonostante i molteplici roghi appiccati”- interviene il Procuratore- “dobbiamo cercare di risalire alle responsabilità di una vicenda che non ha nulla di casuale. C’è un’attività di polizia giudiziaria che è parallela alle attività di spegnimento. Per ora stiamo raccogliendo utili elementi e poi trarremo le conclusioni”. Nei giorni scorsi i Carabinieri Forestali hanno ascoltato cinque testimoni, persone informate dei fatti che conoscono la montagna e i sentieri. Si seguono tutte le piste, mentre la conta dei danni sale. Sono 700 gli ettari di bosco bruciati dalla mano umana.

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento