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Il passo penitenziale dello struscio, il canto struggente del Miserere, l’incedere della grande croce vellutata con tralci d’argento, il Tronco, seguita dal Cristo Morto e dall’Addolorata, appena oscillanti sul passo dello struscio, il tenue bagliore dei lampioni, hanno di nuovo affascinato e commosso la grande folla che si è raccolta ieri sera, lungo le vie del centro storico, intorno alla tradizionale processione dei trinitari, uscita all’imbrunire, come tramandano antiche consuetudini e conclusa alla mezzanotte. I confratelli trinitari, 240 in tutto in saio rosso e pettorina bianca, abito simbolo di carità ardente e di purezza, mutuato nel Cinquecento dai trinitari romani, guidati da San Filippo Neri, hanno rinnovato un’antichissima tradizione, che ogni anno attrae in città migliaia di turisti. Il Tronco, risalente al 1750, è opera dell’orafo sulmonese Nicola Gizzi, il Cristo Morto, di autore ignoto, risale alla stessa epoca ed è scultura di scuola napoletana. Sono i simboli del Venerdi Santo sulmonese, animato dal coro di oltre centoventi cantori, che intonano il Miserere, quest’anno nella partitura di Federico Barcone. Particolarmente suggestivo poi l’approdo in piazza Garibaldi, dove i trinitari sono stati accolti dai confratelli di S.Maria di Loreto, in mozzetta verde e tunica bianca, che domani mattina, su quella stessa piazza, rinnoveranno il rito della Madonna che scappa incontro al Cristo risorto. Insieme, trinitari e lauretani, hanno percorso l’ultimo tratto di processione, in segno di fratellanza. Un gesto che domattina, dopo il rito della Madonna che scappa, si ripeterà, quando saranno i trinitari ad accogliere la processione dei lauretani al passaggio nel loro quartiere. Il lento corteo trinitario, preceduto dal complesso bandistico di Introdacqua, che ha eseguito marce funebri di Chopin e Amedeo Vella, si è concluso nella chiesa della SS.Trinità, con la meditazione del vescovo di Sulmona-Valva, Michele Fusco, che si è fermato in preghiera davanti alla bara del Cristo Morto. “Solo abbracciando le tenebre arriveremo alla luce”- ha detto il pastore diocesano. Così si sono vissute le prime emozioni che sempre suscitano le tradizioni della settimana santa a Sulmona, che conosceranno il loro culmine a mezzogiorno di domani. Il pubblico è quello delle grandi occasioni. Una folla incontenibile. Nelle piazze e nei quartieri della città ci si sposta con una certa fibrillazione per scegliere la postazione migliore. Tutti in prima fila per la “nostra processione”

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