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SULMONA – E’ una mera casualità per dirla con le parole degli addetti ai lavori. Fatto sta che nel week end “osservato speciale” per via dell’ordinanza della Regione Abruzzo, non si è registrato nessun nuovo contagio in Valle Peligna. Un dato importante da rilevare, che configura comunque una notizia, anche se i fronti aperti sono ancora molti e il grosso dei risultati è atteso per le prossime ore. Bisogna tornare indietro nel tempo per trovare 48 ore di tregua sul fronte dei contagi perché, se è vero come è vero che il sabato e la domenica non si svolgono i tamponi, i referti riferiti ai giorni pregressi arrivano puntuali. E’ stato quindi un fine settimane senza nuove “sorprese” ma con tanti punti di domanda per il prossimo futuro. Si pensa, ad esempio, al rientro tra i banchi di scuola in programma il prossimo 24 settembre. Dieci giorni. Solo dieci giorni. Il rigoroso rispetto delle misure diventa complicato ma anche fondamentale per evitare nuovi focolai. Nell’immediato il pensiero va alle troppe situazioni da tenere ancora sotto controllo. Ci sono i familiari dei Carabinieri risultati positivi, alcuni luoghi di lavoro che restano attenzionati e il contagio di Prezza con la serie di tamponi che attendono ancora una risposta. Mentre si tira un sospiro di sollievo da un lato e si resta con il fiato sospeso dall’altro, si accende il dibattito della politica locale. Sbic si dice “preoccupato e indignato per la lentezza e la scarsa convinzione con cui la Asl sta affrontando il problema della diffusione della pandemia in Valle Peligna” anche se, secondo il movimento, tutto sarebbe legato alla scelta fatta a suo tempo dall’amministrazione comunale di proporre la classificazione dell’ospedale come presidio di base. “Vorremmo capire fin d’ora come viene declinata in Regione Abruzzo e in Valle Peligna la scelta di puntare sulla medicina di territorio, quali iniziative l’amministrazione comunale di Sulmona ha in programma per ascoltare le necessità e le proposte dei medici di base e delle strutture territoriali”- tuonano ancora da Sbic mentre il sindaco, Annamaria Casini, risponde per le righe, sostenendo che “Balassone nella doppia veste di consigliere comunale e medico dell’Usca, pensa di fare il ‘bene comune’ tentando di delegittimare il sindaco che da oltre quattro anni sta con forza portando avanti un difficilissimo mandato amministravo superando tantissime difficoltà ed emergenze”. Secondo la Casini quella di Sbic è il primo scampolo di campagna elettorale e, di contro, il movimento si chiede come mai Balassone “ non sia stato mai contattato in questo lungo periodo di Covid, perché (ndr) anche così ci si rafforza politicamente”. Una cosa però fa male a leggere le dichiarazioni del sindaco. “Voglio rimarcare che non è il sindaco debole, ma debole è l’intero territorio”- conclude la Casini che ha ringraziato solo Scoccia e Puglielli (Tribunale della sanità) per l’apporto assicurato durante l’emergenza, facendo un accenno anche al silenzio di quei consiglieri che hanno diretti riferimenti in Regione. Quella del “territorio debole” è in verità un’amara constatazione che deve servire più che a puntare il dito a interrogarsi per cambiare approccio e cercare di restituire il giusto al territorio stesso. Una riflessione che accomuna tutte le istituzioni, sindaco compreso.

Andrea D’Aurelio

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