SULMONA – La somma offerta dal Comune non sarebbe congrua all’esproprio subito. Per questo una donna residente sul territorio comunale di Sulmona ha trascinato l’ente davanti alla Corte di Cassazione, per l’ultimo grado di giudizio, riguardo la realizzazione del parcheggio pubblico in via Pola. L’annosa vicenda risale all’8 maggio del 2003 quando il Comune di Sulmona procede all’occupazione della particella di terreno, di proprietà della ricorrente, per realizzare un parcheggio pubblico, al fine di assicurare una nuova conformazione urbana all’arteria stradale, risolvendo la carenza di spazi e parcheggi più volte sollevata da residenti ed automobilisti. Da Palazzo San Francesco il 7 novembre 2002 emettono decreto di esproprio che viene successivamente annullato dal Tribunale Amministrativo regionale, chiamato in causa dalla donna. Passa più di un decennio e il Comune procede con l’emissione di un nuovo decreto, in data 26 marzo 2018, che viene impugnato presso la Corte d’Appello dell’Aquila. Il ricorso viene rigettato dalla stessa Corte che ha ritenuto più che congruo il prezzo offerto per l’esproprio, pari a circa 47 mila euro a titolo di ristoro. Ciononostante il Comune non si costituiva in giudizio. La sentenza, fermo restato che la Corte d’Appello in materia di espropriazione è autorità giudiziaria esclusiva, è stata impugnata in Cassazione. La Giunta Comunale ha quindi conferito l’incarico all’avvocato, Angelo Pace, per ribadire l’ inammissibilità del ricorso nonchè la sua l’infondatezza. L’ultima parola tocca agli ermellini.