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SULMONA -  Dopo l’allarme del vescovo e dei medici cattolici, il Pd rilancia sulla classificazione dell’ospedale, contestando la bozza della riorganizzazione. “La vicenda del declassamento – scrive il Pd – è datata e chiama in causa altre responsabilità politiche tra cui quelle della sindaca di Sulmona, muta sul punto, che votò una delibera in Consiglio comunale con cui approvava il primo declassamento e quella l’ex assessore regionale 35 delibere in 5 anni, di cui non si conserva traccia, né allora né ora, di un intervento in proposito. Alla vigilia del rinnovo dell’amministrazione comunale, l’ex assessore regionale 35 delibere in 5 anni, incapace di parlare sull’ospedale ora come allora, parla di rivoluzione. D’altronde come potrebbe occuparsi dell’ospedale colui che è artefice della più grande involuzione politica cittadina e che da anni si occupa in maniera ossessiva solo di un argomento: la monnezza”. Il Pd non le manda a dire: “quel politico della rivoluzione, artefice della involuzione, sancisce invece che potrebbe essere ancora la monnezza che dovremo accogliere da decine di comuni diversi dai nostri a tenere banco nel futuro politico della città. Per questo l’accordo con l’aquilano forzista Biondi proprio sul Cogesa. Da anni d’altronde importiamo ulteriore monnezza, raddoppiamo posti di lavoro per raccogliere e rovistare nella accresciuta monnezza, deliziamo i residenti della Marane con il profumo della monnezza. Insomma, per citare un inimitabile Cettolaqualunque, a Sulmona più monnezza per tutti! E i rischi per la salute? E l’Ospedale?” “Non è un argomento da politico della rivoluzione evidentemente – conclude il Pd -, è un argomento su cui l’aspirante Don Chisciotte e la sindaca hanno taciuto e tacciono, un argomento da far passare, dimenticare, lasciar andare, tombare unitamente alla tanta monnezza di cui finora non ha esitato ad occuparsi ossessivamente con i risultati fallimentari che conosciamo. La salute dei cittadini, i diritti dei cittadini, l’ospedale per i cittadini non hanno avuto e non hanno alcuna importanza”. (Red)

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