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SULMONA – Macchinari ridotti a pezzi, manutenzione smembrata, impianti a 18 turni che stanno fermi 2-3 giorni durante la settimana per mancanza di pezzi di ricambio o mancanza manutentori per risolvere i problemi. A scattare la fotografia sullo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona sono le Rsa della Magneti Marelli di Sulmona, stanche di sentir parlare di assenteismo e scarsa voglia di lavorare. Mentre sul piano nazionale fanno rumore le recenti manovre e Sulmona attende il piano industriale che sarà illustrato il prossimo 19 settembre, data da segnare sul calendario per il futuro della fabbrica, vanno avanti le tensioni interne sulle solite criticità. “Lamentiamo da tempo, come organizzazioni sindacali, la non volontà da parte di chi deve gestire, di mantenere questo stabilimento competitivo”- rincarano le organizzazioni sindacali che si riferiscono agli impianti sistematicamente fatti lavorare con saturazioni al minimo, alle produzioni di 2-3 giorni spalmate su una settimana, corridoi pieni di buche, erbaccia alta un metro davanti lo stabilimento, escrementi animali dentro l’officina e negli spogliatoi. Come se non bastasse, “i pezzi che potremmo tranquillamente produrre in azienda (bracci, mozzi, fusi, montanti, dischi) li compriamo da fuori e si paventa la possibilità di fermare completamente la linea hessapp disco posteriore ducato per comprare anche questi ultimi completamente da aziende esterne”- aggiungono le Rsa che concludono: “i lavoratori sono stanchi di essere presi in giro, i 18 e 20 turni li vogliono fare nella maniera corretta e per produrre più pezzi, mentre qui la gestione scriteriata pensa di fare più turni per produrre meno pezzi di prima”. Da qui l’invito a proprietà e relazioni industriali al nuovo confronto. Prima che sia troppo tardi

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