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SULMONA – “Se qualcuno mi sta mettendo alla porta, dovrebbe assumersi la responsabilità di farlo a viso aperto, mostrando quel volto antidemocratico ed unipersonale da tante parti ormai solo lamentato”. E’ un passaggio della nota del capogruppo di Avanti Sulmona Fabio Pingue che risponde al gruppo di Sulmona al Centro dopo essere stato invitato dai suoi colleghi di maggioranza a chiarire la sua posizione. Una partita tutta interna alla maggioranza che non trova pace con il consigliere che rimette la palla al centro. “Rappresento un gruppo politico e una nutrita porzione di cittadinanza dalla quale sono stato eletto proprio perchè -per sventura di chi si erge a censore su committenza- ho autonoma capacità di pensiero e sono in grado di dissentire”- interviene il consigliere- sostenendo che “le accuse di ambiguità, nonostante la perfetta e trasparente chiarezza di ogni posizione da me assunta, certificano che la vera pretesa, malcelata nel linguaggio estorsivo delle accuse rivoltemi, sia in realtà la volonta di relegarmi al ruolo di consigliere fantoccio, per limitarmi ad alzare la mano e a lusingare chi tiene le fila di questo governo cittadino”. Per Pingue “i numeri da contare per la verifica della tenuta della maggioranza, valgono al momento del voto in Consiglio Comunale e chi mi accusa dovrebbe sapere che il mio voto ha sempre sostenuto le posizioni raggiunte. A differenza, di chi si limita a scoprire l’ordine del giorno al momento della sua discussione in aula, io lavoro affinché in Consiglio approdino proposte ben strutturate e condivisibili. Questo è il compito di un consigliere (la parola dovrebbe pur suggerire qualcosa) e la mano sollevata è solo l’atto conclusivo di un percorso che, prima, necessita di contraddittorio. La mia posizione è cristallina. Provino i colleghi eterodiretti, invece, a chiarire se vogliono comportarsi da consiglieri o da adepti. Ho assunto un impegno con i miei elettori e lo porterò avanti fino all’ultimo istante possibile”- conclude il consigliere non prima di lanciare l’ultima provocazione: “Se qualcuno mi sta mettendo alla porta, dovrebbe assumersi la responsabilità di farlo a viso aperto, mostrando quel volto antidemocratico ed unipersonale da tante parti ormai solo lamentatono. Sindaco, non allarmarti, lo so bene che quel volto, ahimè, ahitè, ahinoi, non sarebbe comunque il tuo”.

Andrea D’Aurelio

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