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SULMONA – La procura della repubblica di Sulmona ha chiuso le indagini preliminari per i protagonisti della maxi rissa dell’antivigilia di capodanno, a Campo di Giove, e ha confermato l’accusa per sette dei diciotto indagati. Tutti rischiano il processo. Si tratta di giovanissimi, tra i 19 e i 24 anni di età, residenti tra Sulmona, Pratola Peligna, Popoli e Vasto. I fatti risalgono alla notte tra il 30 e il 31 dicembre scorsi quando, due diversi gruppi di giovani, si erano affrontati prima in un residence  del centro peligno e poi nella piazza principale del paese, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti. Una rissa violenta, avvenuta per futili motivi, che si era consumata a colpi di calci, pugni e schiaffi. Nella lite era spuntato perfino un coltello, tirato fuori da un 19enne di Vasto, che aveva minacciato quattro giovani peligni. Per lui l’accusa si è aggravata. Non solo rissa ma anche detenzione di arma impropria atta ad offendere. I primi soccorsi furono prestati da turisti e residenti fino all’arrivo dell’ambulanza del 118 che trasferì, nel pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona, cinque feriti, tutti in condizioni non gravi. Due di loro, un 21enne di Pratola e un minore, aveva riportato ferite e fratture più consistenti, tanto è che i medici gli avevano sottoposti a consulenze sanitarie specifiche. Se la sono cavate con una prognosi di 25 giorni. Le indagini sono state effettuate dai carabinieri della compagnia di Sulmona che hanno raccolto le testimonianze di quanti erano presenti in piazza e nel residence e hanno analizzato i filmati delle telecamere di videosorveglianza per ricostruite tutti i passaggi della maxi rissa. Il sostituto procuratore, Edoardo Mariotti, ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini per tutti e sette gli indagati che ora, entro venti giorni, potranno presentare le memorie difensive o chiedere di essere interrogati a norma di legge. Per la procura tutti i contusi hanno partecipato alla rissa. Per cui sono stati indagati ed ora rischiano il processo. In totale sono 13 le persone finite sotto la lente della magistratura. Nell’inchiesta figurano anche sei minori, tutti residenti fuori regione. Per loro procede il tribunale per i minorenni dell’Aquila.

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