SULMONA – Scatta la protesta per l’endoscopia dell’ospedale di Sulmona. La CGIL passa dalle parole ai fatti e fissa per venerdi alle 10.30 la mobilitazione davanti al piazzale dell’ospedale di Sulmona. “La misura è colma, il livello massimo di sopportazione è stato abbondantemente superato,
adesso è l’ora della mobilitazione”- tuonano dalla CGIL spiegando che “il trasferimento del servizio di Endoscopia dell’Ospedale di Sulmona è di nuovo e per
l’ennesima volta la rappresentazione plastica della totale disattenzione verso un territorio e
la sua comunità che ha visto in questi anni un impoverimento continuo e costante dei
servizi pubblici ad essa dedicati. Complice la semplificazione, la comodità e l’incapacità di
governare gli eventi. La programmazione e la pianificazione hanno innanzitutto un
principio da seguire: la tutela della salute, la prevenzione e la cura attraverso un sistema
sanitario universale, gratuito, uguale ed esigibile per tutte e tutti e di prossimità.
Solo attraverso investimenti in servizi pubblici è possibile invertire la tendenza allo
spopolamento che da anni sta colpendo il territorio peligno, eppure la direzione strategica
della ASL compie atti amministrativi che vanno in direzione diametralmente opposta.
Offende una comunità, svilisce un territorio, compie atti unilaterali, gestisce ed amministra
con l’unico mantra della riduzione dei costi e della salvaguardia del bilancio. Questa
direzione strategica dimostra, ancora una volta, di non conoscere il territorio, le sue
fragilità e le potenzialità che questo esprime, ma soprattutto dimostra tutta la sua
indifferenza verso i bisogni sanitari di un’area vasta come quella peligno-sangrina. È
arrivato di nuovo il momento di far sentire la nostra voce, di difendere anche con i nostri
corpi un territorio e la sua comunità e per questa ragione saremo davanti all’Ospedale di
Sulmona venerdì 11 agosto alle ore 10.30 a manifestare la nostra contrarietà alla decisione
di trasferimento del servizio di Endoscopia.
Il nostro è un appello rivolto alla popolazione, alle Istituzioni ed alle forze politiche ed
associative. Se non ora quando? Se non fermiamo ora la deriva, la falla rischia di essere
talmente ampia da compromettere irrimediabilmente i diritti di cittadine, cittadini,
lavoratrici e lavoratori. La nostra comunità merita rispetto, dignità ed attenzione, merita un
progetto di ripresa e valorizzazione”.