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SULMONA – Era il 1970 quando Massimo Ranieri cantava “Erba di Casa mia”. Una colonna sonora che ben si addice alle periferie e alle frazioni della città di Sulmona, almeno a quella di Torrone, che è stata oggetto del nostro viaggio nella giungla del verde pubblico. Il degrado sembra aver trovato casa in quella zona della città e i residenti, che da tempo non vogliono essere secondi a nessuno, tornano ad alzare la voce. La prima criticità si incontra in via Arabona, in quel marciapiede che collega il centro storico della città ( dopo la caserma dei Vigili del Fuoco) alla zona di Torrone. Camminarci sopra è impossibile per noi che siamo andati a passo d’uomo e ancor di più per le mamme con passeggino, per i disabili e per le persone anziane. L’erba che invade il marciapiede costringe i pedoni a spostarsi sul manto stradale con tutte le conseguenze del caso per la circolazione. “Qui è necessario adottare un’ordinanza che impone ai privati di tagliare l’erba oppure ripristinarla se già esiste”- tuonano i residenti stanchi di denunciare la stessa problematica da anni. Affonda nel degrado anche il sottopasso di via Arabona come pure immersa nell’incolta vegetazione è la stradina che lo precede. “Qui abbiamo chiesto qualche lampione in più proprio perché è una via trafficata dai ragazzi”- aggiungono gli abitanti della zona. E continuando a camminare l’erba si scorge ovunque, soprattutto negli insediamenti privati, mentre nella piazzetta della frazione è tutto pulito perché lì ci hanno pensato i residenti a rimboccarsi le maniche. Come pure, per dovere di cronaca, si segnala il rifacimento della segnaletica e la rimessa in auge della fontanella di via Arabona. “Non chiediamo la luna ma solo l’ordinario”- concludono i residenti che invocano un intervento incisivo per la bonifica e il taglio dell’erba. Segnali di attenzione rispetto i residenti delle frazioni sono arrivati con il presidio di Polizia Locale e con il punto d’ascolto mobile ideato dal consigliere comunale, Andrea Ramunno. Ora è necessario trasformare le segnalazioni ricevute in atti concreti.

Andrea D’Aurelio

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