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SULMONA – Va annullata la sanzione disciplinare inflitta all’ex vigile urbano. Lo ha stabilito il giudice del lavoro del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, che ha condannato il Comune di Sulmona a pagare le spese di giudizio, come si evince dalla determina dirigenziale emessa da Palazzo San Francesco attraverso la quale si liquida la somma di 1772, 44 euro all’avvocato, Mauro Calore, difensore del dipendente comunale finito nel mirino dell’ufficio provvedimenti disciplinari (UPD). La vicenda risale alla primavera del 2020, in tempo di Covid, quando l’ex appartenente alla Polizia Locale si assentò dal posto di lavoro per recuperare il telefono di servizio che aveva in casa e per essersi recato in farmacia al fine di acquistare un farmaco per la pressione. Il tutto in poco più di quindici minuti con un potenziale danno erariale di appena tre euro. Una condotta posta in essere con raggiro e artificio secondo l’allora Comandante del Corpo che segnalò il caso all’ufficio competente. Il procedimento disciplinare si chiuse l’11 settembre 2020 con l’irrogazione della sanzione, ovvero con la sospensione dal servizio e
dalla retribuzione per cinque giorni. Il dipendente impugnò il provvedimento davanti al giudice che gli ha dato ragione. Alla fine, come avvenuto per la vicenda dei furbetti del cartellino con la tardività degli atti adottati, sarà il Comune a dover sborsare i soldi pubblici per sostenere le spese di giudizio. Una vicenda che era finita perfino sul tavolo della Procura, per il filone penale dell’inchiesta, conclusasi lo scorso 12 gennaio con l’assoluzione per insufficienza delle risultanze probatorie, ovvero perchè il fatto non sussiste.

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