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SULMONA – “Ciao nonna, tra poco arriva il corriere con un pacco per me, lo puoi pagare tu?”. L’ennesima truffa del finto nipote si trasforma in un vero e proprio boomerang con l’anziana in questione che, insieme alla figlia, decide di attirare in trappola i malviventi grazie anche all’aiuto della Polizia, intervenuta poco dopo l’arrivo del fattorino. Il singolare episodio, verificatosi a Sulmona il 6 ottobre 2018, è rimbalzato ieri nel primo piano del Palazzo di Giustizia, nel corso del processo che vede imputati un 23 enne di Napoli, che fu arrestato all’epoca dei fatti e un 57 enne suo complice, denunciato a piede libero. Una testimonianza, quella resa dalla nonnina 85 enne davanti al giudice Francesca Pinacchio, che riaccende una speranza contro le continue truffe della famigerata banda che la scorsa settimana ha spillato circa 6500 euro agli anziani peligni, al termine dei vari colpi messi a segno.  Per questo l’85 enne si è armata di coraggio. Ancora una volta. Dopo aver fatto arrestare i ladri, esattamente tre anni dopo, si è presentata davanti al giudice per raccontare l’accaduto. L’anziana ha quindi spiegato di aver ricevuto una telefonata da un uomo che, spacciandosi per nipote, le aveva annunciato che di lì a poco nella sua abitazione si sarebbe presentato un corriere al quale avrebbe dovuto consegnare la somma di 2.500 euro, quale pagamento di ricambi di un computer da lui acquistati. La vittima è riuscita ad avvertire la Polizia con un’altra utenza telefonica la quale, intuito il raggiro, ha approntato un mirato servizio di controllo, per incastrare il truffatore che veniva intercettato dalla squadra anticrimine, diretta all’epoca dei fatti dal Sostituto Commissario Daniele L’Erario, prima che riuscisse a farsi consegnare il denaro dall’anziana. Vistosi scoperto, il 23enne cerò di darsi alla fuga ma, dopo un breve e concitato inseguimento lungo le vie del centro storico,  venne bloccato e arrestato. Con sé il malvivente portava uno zainetto contenente un pacco di riso confezionato con carta da imballo, che avrebbe consegnato alla vittima al posto della presunta merce e in cambio dei 2.500 euro. Una vicenda sui generis con la “truffa” a parti invertire. Alla fine è stata la nonna di 85 anni a stare al gioco e far arrestare la banda che, negli ultimi giorni, continua a colpire con la solita tecnica  e nuovi componenti. La raccomandazione per gli anziani è quella di non cadere nella trappola né di dar credito a quanti chiedono denaro per telefono. La prima cosa da fare è quella di riagganciare la telefonata e usare un cellulare per contattare un proprio familiare o i numeri di emergenza 112 o 113. C’è poi chi, come l’anziana protagonista della storia, asseconda i malviventi per farli acciuffare in flagranza di reato. Solo per questo la donna in questione merita l’appellativo di “nonna coraggio”.

Andrea D’Aurelio

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