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SULMONA – Manca un’area di attesa per il pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona e gli utenti sono costretti a rimanere fuori, dovendo sopportare il freddo e le intemperie della stagione, con tutte le conseguenze del caso. Un problema che va avanti dal post lockdown, da quando cioè sono stati contingentati gli ingressi in pronto soccorso per contenere la diffusione del contagio da Covid-19. Con una circolare di questa estate è stato stabilito che viene preso in carico solo l’utente che deve accedere alle cure e alle prestazioni sanitarie mentre congiunti o terze persone devono attendere all’esterno, spesso con l’ansia e il fiato sospeso, in attesa di conoscere il quadro clinico e le condizioni di salute del proprio parente o amico. Ma c’è di più. Il disagio rilevante riguarda la carenza di un’area attrezzata e strutturata per evitare gli assembramenti all’esterno della struttura e gestire le attese in maniera efficace. Già questa estate, per effetto delle bollenti temperature, una donna fu colta da malore mentre attendeva il proprio turno. Manca una pensilina, un punto di appoggio o semplicemente un gazebo. Nel corso di una recente riunione, mentre si discuteva delle proposte per l’area Covid da attrezzare all’ospedale dell’Annunziata, si è parlato anche della necessità di richiedere all’azienda sanitaria una struttura da riservare alle attese dei pazienti onde evitare spiacevoli ripercussioni sulla salute di chi in ospedale si è recato solo per accompagnare il proprio congiunto o per assisterlo. Nessuno voglia che qualcuno si ritrovi dall’altra parte. Un problema che per l’immaginario collettivo può sembrare di secondaria importanza ma per gli addetti ai lavori si tratta del minimo sindacale che pure va rivendicato con forza per una migliore gestione del sistema visto che sugli accessi al pronto soccorso ci si gioca molto in termini di immagine ed efficienza sanitaria. Nella seconda ondata della pandemia si corre tra viale Mazzini e via Montesanto e bisogna badare non solo alle gestione dei Covid ma anche alle altre prestazioni che vanno avanti. L’utenza è infatti tornata ad intasare il pronto soccorso e con un solo medico per turno è facile aspettare a lungo per giunta all’esterno e senza una struttura per ripararsi. Incredibile ma vero.

Andrea D’Aurelio

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